Superbonus, che cosa cambia con lo stop del Governo

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Nuova stretta del governo contro il superbonus, una misura che secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha una “eccessiva generosità” e “ha causato gravi danni alla finanza pubblica”.

Per questo motivo il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge d’urgenza con cui si elimina “ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano”, ha detto Giorgetti. In altre parole, entrambi sono cancellati per tutte le tipologie di bonus edilizi che lo prevedevano ancora. Via, quindi, anche per i bonus relativi alle barriere architettoniche e per gli interventi di recupero di edifici nelle aree sismiche. Restano dunque solo le detrazioni fiscali.

Ma non solo: cambia anche la data per usufruire dell’istituto della remissione in bonis. È cancellata la possibilità, per chi è in ritardo, di presentare la documentazione per accedere ai bonus edilizi con il pagamento di una sanzione minima di 250 euro, entro il 15 ottobre 2024. Il termine ultimo per consegnare i documenti è e resta solo il 4 aprile 2024.

Il decreto stabilisce inoltre che per tutti i nuovi bonus è prevista una “comunicazione preventiva”. Si dovrà comunicare di voler usufruire delle agevolazioni prima di aver avviato i lavori e non, come avviene ora, quando le fatture vengono caricate sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate. Per chi non consegna la comunicazione sono previste multe fino a 10mila euro.

Il provvedimento consente anche la compensazione con eventuali debiti fiscali, se riferiti ovviamente allo stesso soggetto e se di importo superiore a 10 mila euro

e non oggetto di piani di rateizzazione. Quindi chi ha un credito dai bonus da 30mila euro e ha una cartella esattoriale da 20mila riceverà direttamente 10mila euro.

Quanto costerà alla fine il superbonus?

Il Governo non è in grado di calcolare con precisione quale sarà il costo finale del Superbonus, che ha preso il via nel 2020 con il secondo governo di Giuseppe Conte a guida Pd e M5S. Inizialmente si parlava di una stima di 37 miliardi, ma secondo i calcoli attuali potrebbe superare i 150miliardi. Il conto esatto sarà possibile dopo il 4 aprile, termine entro il quale si possono caricare le fatture relative alle spese sostenute fino al 31 dicembre del 2023.

Fonte
Agenzia DIRE
www.dire.it

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