Science: “le azioni di censura messe in atto da Facebook non sono state efficaci”

E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Science un interessante studio redatto dal team del dr. David A. Broniatowski del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e Ingegneria dei Sistemi della George Washington University negli Stati Uniti, dal titolo “L’efficacia delle politiche e dell’architettura di disinformazione sui vaccini di Facebook durante la pandemia di COVID-19“.
A seguente link è possibile scaricare lo studio integrale in formato .pdf:
Science Studio dr. David A. Broniatowski

La disinformazione online promuove la sfiducia nella scienza – afferma il team di ricerca – mina la salute pubblica e può portare a disordini civili. Durante la pandemia di coronavirus del 2019, Facebook, la più grande società di social media del mondo, ha iniziato a rimuovere la disinformazione sui vaccini come una questione di politica. Abbiamo valutato l’efficacia di queste politiche utilizzando un disegno comparativo di serie temporali interrotte. Abbiamo scoperto che Facebook ha rimosso alcuni contenuti contro i vaccini, ma non abbiamo osservato diminuzioni nel coinvolgimento complessivo con i contenuti“.

In altre parole le azioni di censura messe in atto da Facebook non sono state efficaci, in quanto non hanno comportato una diminuzione dell’interazione complessiva con i contenuti contrari alle vaccinazioni.

Gli studiosi evidenziano che la piattaforma social media è stata utilizzata dagli autori e dagli utenti di tali contenuti per creare nuovi percorsi attraverso cui visualizzare documentazione contraria alla vaccinazione Covid-19.
Insomma, secondo i ricercatori, “dopo l’implementazione della politica di rimozione, i contenuti anti-vaccinazione sono diventati piu’ presenti e con maggiori probabilità di apparire nei feed di notizie degli utenti”.

Un accurato studio che conferma che l’architettura di Facebook – nonostante tutte le censure preventive e spesso ingiustificate – può offrire ai produttori di contenuti contrari alla narrazione dominante diversi mezzi per aggirare l’intento delle politiche della cosiddetta rimozione della disinformazione.

© Riproduzione riservata

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