Lo chef Mariano chiarisce le parole su Selvaggia Lucarelli: “Non la incolpo”

Mariano Scognamiglio chiarisce le parole su Selvaggia Lucarelli e il ruolo che l’influencer avrebbe giocato riguardo la fine della sua attività. 

Alimentando il dibattito sulla tragedia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta dopo le polemiche sulla presunta recensione falsa a cui anche Lucarelli ha dato adito, alcuni giornali hanno raccontato che lo chef del noto ristorante di Arezzo “Da Mariano”, purtroppo definitivamente chiuso, avrebbe ora accusato l’influencer di aver contribuito al declino dei suoi affari. 

Anch’io vittima della gogna mediatica, anch’io esposto allo shit storm dei dubbi di Selvaggia Lucarellisi può leggere che Mariano avrebbe detto. Lo chef però non intendeva affatto che vi fosse nesso di causa fra le critiche che Lucarelli gli rivolse a suo tempo e la chiusura del suo locale. Lo ha spiegato bene alla Redazione di Arezzo Informa.

Lucarelli non ha contribuito al declino dei miei affari – ha detto Scognamiglio -, non posso certo incolparla della chiusura del mio ristorante, non ci penso nemmeno lontanamente”. 

“Ho chiuso perché semplicemente l’attività non girava più e dopo 18 anni devo dire ero anche abbastanza stanco. Si era poi creato un po’ di scollamento con la città, penso anche perché alcune mie dichiarazioni sono state male interpretate”.

“Quel che ho detto riguardo Lucarelli – ha continuato lo chef – piuttosto è che quando feci crowdfunding le sue parole furono come una sferzata negativa rispetto a quel che stava succedendo, poiché comunque solidarietà e donazioni stavano arrivando. Dopo il suo intervento, coincidenza o meno, tutto si fermò”. 

A marzo 2023 Scognamiglio aveva lanciato una raccolta fondi su GoFundMe chiedendo una mano per far fronte ai debiti che gravavano sul ristorante “Da Mariano”. Lo chef era ormai noto a livello nazionale per la sua partecipazione a “I Quattro Ristoranti” e per aver ipotizzato che a causa del suo orientamento omosessuale, emerso proprio nel programma di Alessandro Borghese, alcuni aretini avessero iniziato a boicottargli il locale.

Lucarelli non solo aveva sostenuto che il racconto dello chef sugli “aretini omofobi” fosse ridicolo, ma aveva anche criticato la raccolta fondi:

Se il problema è che sei gay – aveva cinguettato Lucarelli su X – e non che sei andato in crisi perché hai cambiato sede (prima il ristorante era nel centro storico, ndr) e per la pandemia, non è con la raccolta fondi che gli aretini cambiano idea”.

Sicuramente il crowdfunding ne ha risentito – ha ribadito Scognamiglio -. Magari si sarebbe fermato lo stesso però coincidenza ha voluto che sia successo anche a seguito di quelle dichiarazioni. Mi chiedo però perché una persona come Lucarelli si interessi delle vite e delle attività di ‘comuni cristiani’ come me o la signora Pedretti. Cosa può succedere quando si subisce un affondo simile da un personaggio così noto?”.

Quando successe a me io ero ‘preparato’. Chi si occupava del crowdfunding mi avvertì subito di quel che stava succedendo. Mi sono quindi trovato meno vulnerabile. Che ne sappiamo invece se la signora Pedretti aveva problemi? Dopo una cosa simile si passa in un attimo ad avere tutte le telecamere puntate addosso. Tutti dopo ne parlano”. 

“Io credo ci sia bisogno di fare molta attenzione. Specialmente quando il bersaglio è la gente comune che non ha modo di difendersi da un certo tipo di comunicazione avversa. Possono venir colpite persone in modo freddo, senza sapere se o quali fragilità potrebbero avere. Chi dà il diritto di entrare a gamba tesa nella vita delle persone?”.

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