Elon Musk vs Thierry Breton (UE) sulla libertà di parola

Quindi secondo Lei sig. @ThierryBreton l’imputato si presume colpevole finché non prova di essere innocente oltre ogni ragionevole dubbio? È sicuro di aver consultato il suo servizio legale e di aver capito la risposta?” scrive sul suo profilo X il prof. Massimo Montanari.

Il pacato e circostanziato intervento del prof. Montanari fa seguito allo scambio di cinguiettii da Thierry Breton, Commissario Europeo ed Elon Musk patron di X.

Thierry Breton ha infatti inviato una lettera pubblica (vedi sotto) ad Elon Musk segnalando chea seguito degli attacchi terroristici di Hamas contro Israele, abbiamo indicazioni che X/Twitter viene utilizzato per diffondere contenuti illegali e disinformazione nell’UE. Lettera urgente a @elonmusk sugli obblighi #DSA“.

Immediata la risposta di Musk che sulla sua seguitissima pagina X ha puntualizzato che “la nostra politica è che tutto sia open source e trasparente, un approccio che so che l’UE sostiene. Si prega di elencare le violazioni a cui si allude su X, in modo che il pubblico possa vederle. Merci“.

Thierry Breton ha allora voluto aggiungere con tono perentorio con un altro cinguettio che: “Sei ben consapevole dei rapporti dei tuoi utenti – e delle autorità – sui contenuti falsi e sull’esaltazione della violenza. Spetta a te dimostrare che segui il discorso. Il mio team rimane a vostra disposizione per garantire la conformità DSA, che l’UE continuerà a far rispettare rigorosamente“.

Sulla discussione è intervenuto con la consueta efficace sintesi l’on. Claudio Borghi che ha commentato: “L’onere della prova spetta a voi. Tick tock tick tock … Riesci a sentire questo ticchettio? È la tua data di scadenza che si avvicina. Le elezioni si avvicinano e in questo momento sei come un vecchio yogurt“.

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