Sul Glifosato due pesi due misure in Europa e negli USA

Il glifosato è noto per essere utilizzato in agricoltura come erbicida fin dagli anni ’70. Coloro che ne sono favorevoli all’impiego sostengono che avrebbe una bassa tossicità per l’uomo, una bassa penetrazione nel suolo con una facile degradazione in quanto agevolmente distrutto dai batteri presenti nel terreno ed è limitata la probabilità che suoi residui riescano a raggiungere le falde acquifere.

Il mese scorso la Commissione Europea ha emanato il Regolamento CE 2023/2660 che rinnova l’approvazione del glifosato nell’Unione Europea per altri dieci anni (fonte web:  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:L_202302660) Regolamento CE 2023-2660 IT

Un atto “a norma di legge” che la Commissione è stata obbligata ad adottare in quanto gli Stati membri non hanno raggiunto una decisione a maggioranza qualificata cioè almeno 15 su 27 Stati.

Comunque possiamo stare tranquilli perché a tutela della nostra salute in questo Regolamento gli Stati membri dovrebbero provvedere affinché l’uso dei prodotti contenenti glifosato sia ridotto al minimo o vietato in aree sensibili quali parchi e giardini pubblici, campi sportivi e aree ricreative, cortili delle scuole e parchi gioco per bambini, nonché in prossimità di aree in cui sono ubicate strutture sanitarie.

Tutto bene anche perché la valutazione dell’impatto del glifosato sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente condotta dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) non ha evidenziato alcuna area di preoccupazione critica cosi come dichiarato appunto dalla stessa Autorità in un proprio comunicato scritto in italiano in data 6 luglio 2023 rinvenibile in www.efsa.europa.eu/it/news/glyphosate-no-critical-areas-concern-data-gaps-identified. Gli interessati che vogliono approfondire l’argomento possono trovare tutta la documentazione sul sito ufficiale dell’EFSA www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/glyphosate.

Ironia della sorte, il mese di novembre ha visto dare alla luce non solo il Regolamento CE 2023/2660 ma dall’altro lato dell’Oceano Atlantico, negli USA, l’ennesima pesante sentenza di condanna al risarcimento dei danni per l’uso del glifosato.

Una giuria del Missouri ha ordinato alla Monsanto, oggi della Bayer, di pagare 1,5 miliardi di dollari di danni a tre ex-utenti del suo diserbante Roundup (nome commerciale del glifosato) ed in tal modo i giurati hanno assegnato a James Draeger, Valorie Gunther e Dan Anderson 61,1 milioni di dollari di danni effettivi e 500 milioni di dollari ciascuno a titolo di danni punitivi. I tre hanno dimostrato che anni di utilizzo del Roundup ha causato loro linfomi Non-Hodgkin LNH (fonte web: www.pressenza.com/it/2023/11/la-bayer-monsanto-deve-pagare-15-miliardi-di-dollari-per-casi-di-cancro-da-glifosato/)

Gli importi di tutte le precedenti condanne che riguardano il glifosato sono sempre state pesantemente ridimensionate in appello ma rimane che oltre Oceano il glifosato ha dato molto da fare nelle aule dei tribunali nonostante l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti continui a ritenere sicuro il Roundup ed il suo ingrediente principale.

La prossima volta che avremo voglia di criticare la Cina e le sue strategie ambientali ricordiamoci del glifosato perchè visti dagli Stati Uniti, la Cina siamo noi.

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