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Un giudice aretino nella decisione del Tribunale di Firenze di annullare il provvedimento di espulsione di un immigrato tunisino

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Il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di un migrante tunisino a cui il Viminale aveva negato la protezione umanitaria, annullando il provvedimento di espulsione e riconoscendogli “il diritto a permanere sul territorio nazionale“.
Secondo i magistrati, il Paese nordafricano “non può essere considerato sicuro”, nonostante compaia nella lista aggiornata e ampliata dal ministero degli Esteri.

I giudici fiorentini hanno accolto le motivazioni del legale del tunisino che affermava che “la grave crisi socioeconomica, sanitaria, idrica e alimentare, nonché autoritaria e la crisi politica in atto in Tunisia sono tali da rendere obsoleta la valutazione compiuta a marzo 2023 dal governo italiano“.

I giudici fiorentini hanno ritenuto che la Tunisia non sia abbastanza sicura perché “investita da una grave crisi democratica, con una significativa concentrazione di tutti i poteri in capo al Presidente Kais Saied il quale unilateralmente nei giorni scorsi ha destituito 57 giudici“.

Fonte:
https://www.lastampa.it/cronaca/2023/10/04/news/migranti_nessuna_espulsione_verso_la_tunisia_dopo_catania_anche_il_tribunale_di_firenze_boccia_lesecutivo-13618747/

Quindi dopo Catania anche il Tribunale di Firenze annulla il provvedimento di espulsione di un immigrato tunisino al quale il ministero dell’Interno aveva negato lo status di rifugiato.

Decisione presa dai giudici della sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini Ue del capoluogo toscano composta da Luca Minniti, Barbara Fabbrini e Massimiliano Sturiale.

Il giudice “aretino” Barbara Fabbrini  ha ricoperto il ruolo di vicecapo di Gabinetto del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che è stato Guardasigilli dal 2014 al 2018, con i governi guidati da Matteo Renzi e da Paolo Gentiloni.

In materia della Corte di giustizia europea, i giudici di Firenze hanno sottolineano che “al fine di garantire l’applicazione corretta dei concetti di Paese sicuro basati su informazioni aggiornate, gli Stati membri dovrebbero condurre riesami periodici sulla situazione in tali Paesi sulla base di una serie di fonti di informazioni, comprese in particolare le informazioni di altri Stati membri, dell’Easo, dell’Unhcr, del Consiglio d’Europa e di altre pertinenti organizzazioni internazionali“.
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