La proteina spike è neurotossica e compromette i meccanismi di riparazione del DNA

di Stefano Pezzola
Oggi decido di analizzare uno studio pubblicato da PubMed il 15 aprile 2022 dal titolo “Immunosoppressione innata mediante vaccinazioni a mRNA SARS-CoV-2: il ruolo di G-quadruplex, esosomi e microRNA”.
Al seguente link è possibile consultare il documento nella versione integrale:
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S027869152200206X?via%3Dihub
Gli autori affiliato al Laboratorio di Informatica e Intelligenza Artificiale del MIT a Cambridge, dichiarano di non avere interessi finanziari concorrenti noti o relazioni personali che potrebbero aver influenzato il lavoro riportato nello studio.
Due affermazione nell’abstract dello studio hanno catturato la mia attenzione.

LA PRIMA
La risposta immunitaria al vaccino è molto diversa da quella di un’infezione da SARS-CoV-2. In questo studio, presentiamo prove che la vaccinazione induce una profonda compromissione della segnalazione dell’interferone di tipo I, che ha diverse conseguenze negative per la salute umana”.

LA SECONDA
“Identifichiamo anche potenziali disturbi profondi nel controllo regolatorio della sintesi proteica e della sorveglianza del cancro. Questi disturbi hanno potenzialmente un nesso causale con malattie neurodegenerative, miocardite, trombocitopenia immunitaria, paralisi di Bell, malattie del fegato, ridotta immunità adattativa, compromissione della risposta al danno al DNA e tumorigenesi. Mostriamo prove dal database VAERS a sostegno della nostra ipotesi. Riteniamo che una valutazione completa del rischio/beneficio dei vaccini a mRNA li metta in discussione come contributori positivi alla salute pubblica”.

I vaccini a mRNA promuovono la sintesi sostenuta della proteina spike SARS-CoV-2.
La proteina spike è neurotossica e compromette i meccanismi di riparazione del DNA.
La soppressione delle risposte all’interferone di tipo I provoca una compromissione dell’immunità innata.
I vaccini a mRNA potenzialmente causano un aumento del rischio di malattie infettive e cancro.
L’ottimizzazione del codone si traduce in mRNA ricco di G che ha effetti complessi imprevedibili.

Non lo afferma chiaramente il sottoscritto ma è il risultato del lavoro del team di studiosi del MIT di Cambridge guidati dalla dr.ssa Stefania Seneff.
Lo studio è già stato condiviso oltre 11 mila volte
Invitando il lettore a leggere integralmente lo studio davvero ben circostanziato e comprensibile credo opportuno riportare le conclusioni.

C’è stato un messaggio incrollabile sulla sicurezza e l’efficacia delle vaccinazioni a mRNA contro SARS-CoV-2 dall’apparato di salute pubblica negli Stati Uniti e in tutto il mondo. L’efficacia è sempre più in dubbio, come dimostrato in una recente lettera al Lancet Regional Health di Günter Kampf che ha fornito dati che dimostrano che i vaccinati hanno la stessa probabilità dei non vaccinati di diffondere la malattia. E’ quindi gravemente negligente ignorare la popolazione vaccinata come una possibile e rilevante fonte di trasmissione quando si decide sulle misure di controllo della salute pubblica. Inoltre, l’inadeguatezza degli studi di fase I, II e III per valutare gli effetti collaterali a medio e lungo termine dei vaccini genetici a mRNA potrebbe essere stata fuorviante sul loro impatto soppressivo sull’immunità innata dei vaccinati”.

Nello studio si richiama l’attenzione su tre aspetti molto importanti sul profilo di sicurezza di queste vaccinazioni.
Vado a sintetizzare.

  1. La sovversione ampiamente documentata dell’immunità innata, principalmente attraverso la soppressione dell’ifn-α e la sua cascata di segnalazione associata. Questa soppressione avrà una vasta gamma di conseguenze, non ultima delle quali include la riattivazione delle infezioni virali latenti e la ridotta capacità di combattere efficacemente le infezioni future”.
  2. “La disregolazione del sistema sia per prevenire che per rilevare la trasformazione maligna geneticamente guidata all’interno delle cellule e il conseguente potenziale di vaccinazione per promuovere tali trasformazioni”.
  3. La vaccinazione con mRNA interrompe potenzialmente la comunicazione intracellulare effettuata dagli esosomi e induce le cellule che assumono mRNA della glicoproteina spike a produrre alti livelli di esosomi portatori di glicoproteine spike, con conseguenze infiammatorie potenzialmente gravi”.
Poco altro da aggiungere.

© Riproduzione riservata

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