Credito d’imposta 4.0: un’opportunità per le imprese

Sono numerose le agevolazioni offerte dallo Stato, dalle Regioni e da vari altri enti locali e nazionali. In particolare vogliamo parlare del credito d’imposta, un tipo di agevolazione contenuta nel piano di transizione 4.0, volto a promuovere la digitalizzazione delle aziende italiane. Che cos’è il credito d’imposta? Si tratta della possibilità di ottenere il rientro di alcune tipologie di investimenti attraverso la compensazione fiscale.

Come funziona

Cerchiamo di capire prima di tutto come funziona il credito d’imposta, in modo che sia più facile per le imprese approfittare di questa agevolazione. Cominciamo con il dire che tale misura è applicabile solo a specifiche spese sostenute durante l’anno: a seconda della proposta cui si decide di aderire si possono ottenere crediti per una specifica percentuale dei costi sostenuti. Il credito si matura quindi sulle spese sostenute dall’azienda e si può utilizzare in compensazione, suddiviso in tre quote annue, calcolate suddividendo in tre la somma ottenuta. In sostanza è possibile utilizzare il credito d’imposta maturato per saldare i pagamenti dovuti all’erario, fino alla somma massima ottenuta e suddividendolo in tre rate annuali. Possono beneficiare di tale misura tutte le imprese che hanno residenza all’interno dello Stato italiano; compresi liberi professionisti, contribuenti che hanno aderito al regime forfettario e imprese impiegate in campo agricolo.

Somme ottenibili con il credito d’imposta

Il progetto Transizione 4.0 prevede la possibilità per le aziende di ottenere credito d’imposta solo per specifiche spese e per precise percentuali. Le spese ammissibili sono le stesse nel corso del tempo, correlate alla transizione tecnologica e digitale. Le quote ottenibili in compensazione variano invece nel corso del tempo, al passare degli anni. Prima di valutare la misura è quindi importante verificare la percentuale di credito fiscale proposta dallo Stato. In particolare per qualsiasi investimento correlato all’acquisto di beni materiali necessari per la trasformazione tecnologica e digitale è possibile ottenere un credito d’imposta pari al 40% del costo totale se gli investimenti non superano i 2,5 milioni di euro; si ferma al 20% per la quota di investimenti che supera tale somma, fino a un massimo di 10 milioni di euro, abbassandosi poi al 10% fino al tetto massimo di 20 milioni di euro. Per quanto riguarda tutti i beni immateriali, il credito d’imposta è pari al 20% delle spese sostenute, fino a un massimo di 1 milione di euro di costi. Nel caso in cui si sostengano costi per beni che non rientrano in nessuna delle due categorie, il credito d’imposta scende al 6%, fino a un tetto massimo di costi di 2 milioni di euro per beni materiali e di 1 milione di euro per beni immateriali.

Come si utilizza

Come abbiamo già accennato il credito d’imposta si utilizza suddividendo la somma ottenibile in 3 rate annuali. La prima rata si può sfruttare a partire dall’anno in cui sono entrati in funzione i beni acquistati, o da quando li si comincia ad utilizzare in azienda. Si sfruttano in compensazione, questo significa che nel momento in cui l’impresa si trova a dover pagare una qualsiasi tassazione può sfruttare l’agevolazione ottenuta, detraendola dalla somma dovuta come pagamento. È bene ricordare che è possibile ottenere questo tipo di agevolazione solo per spese comprovate da una perizia tecnica asseverata, rilasciata da un soggetto abilitato.

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