Quarantasette anni di impegno per la vita con il Calcit di Arezzo

Giancarlo Sassoli racconta la storia e l’impatto del Calcit, un’associazione di volontariato che da quasi mezzo secolo sostiene la sanità pubblica aretina

“Sostenere la vita in un mondo che racconta troppo la morte”: è con queste parole che si apre l’intervista a Giancarlo Sassoli, presidente del Calcit di Arezzo, realtà storica del volontariato italiano fondata nel 1978.

Un’associazione che ha fatto della lotta contro i tumori e del sostegno alla sanità pubblica il proprio impegno costante, raccogliendo in 47 anni oltre 30 milioni di euro destinati ad apparecchiature, strutture e servizi per i cittadini.

«Il Calcit non sono solo io, ma tutta una città», sottolinea Sassoli, ricordando come ogni risultato raggiunto sia frutto della generosità collettiva: singoli cittadini, imprese, enti pubblici.

Un percorso iniziato nel nome del fratello, colpito da tumore e curato in Francia, dove la famiglia scoprì quanto fossero arretrate le strutture italiane. Da lì la scelta di agire, prima donando strumenti, poi fondando un’associazione.

Dal primo centro oncologico inaugurato da Sandro Pertini nel 1984, alla radioterapia del 1994 e al nuovo centro oncologico del 2001, il Calcit ha garantito una crescita concreta alla sanità aretina, sempre con fondi raccolti dal territorio. Ogni anno l’associazione dona circa un milione di euro tra apparecchiature e servizi.

Tra i progetti più importanti c’è Scudo, avviato nel 2004: un servizio di assistenza domiciliare gratuita per pazienti oncologici nella fase critica della malattia, che oggi ha un costo annuale di circa 350.000 euro. «È un servizio unico in Italia: anche chi ha le possibilità economiche non trova facilmente infermieri disponibili», spiega Sassoli.

Ma il Calcit è anche educazione civica, grazie al Mercatino dei Ragazzi, nato nel 1978 e capace di coinvolgere intere generazioni. «I bambini del 1978 oggi vengono con i loro figli. È un seme che ha attecchito», racconta il presidente.

E ancora, il Progetto Giona, attivo da dieci anni nelle scuole, educa ai corretti stili di vita: alimentazione sana, no al fumo e all’abuso di alcol, attività fisica. «La prevenzione è fondamentale per la salute e per alleggerire il carico sulla sanità pubblica», evidenzia Sassoli.

Tuttavia, non mancano le difficoltà: la riforma del terzo settore ha appesantito gli adempimenti burocratici, scoraggiando i volontari. «Il rischio è che il volontariato venga sostituito da imprese sociali. Ma il Calcit resiste e vuole continuare», afferma Sassoli, lanciando un appello: «Recuperiamo il buon senso e difendiamo ciò che è di tutti: la salute pubblica».

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