Passeggiare la notte di Leila Mottley


a cura di Roberto Fiorini

Oakland, California.
Kiara Johnson non sa che cosa voglia dire vivere una normale vita da diciassettenne.
Con la madre ospite di una comunità protetta e un fratello poco talentuoso ma ostinato a cercare il successo come rapper, Kiara deve provvedere alla sua famiglia, e a Trevor, il bambino figlio di una vicina con la cattiva abitudine di sparire per giorni interi.
Quando il padrone di casa le chiede un aumento di affitto, Kiara si mette alla disperata ricerca di un lavoro, ma la giovane età e l’assenza di un titolo di studio rendono l’impresa impossibile.
Una serata al bar e un incontro casuale in un momento di difficoltà segnano per Kiara l’inizio di un lavoro che non avrebbe mai voluto fare, ma che le permette di avere una certa stabilità economica: comincia a prostituirsi.

Basato su un vero crimine del 2015 che coinvolge la brutalità e la corruzione nel dipartimento di polizia di Oakland, Passeggiare la notte di Leila Mottley edito da Bollati Boringhieri con la traduzione di Claudia Durastanti dà voce alla diciassettenne Kiara Johnson, che, dopo la morte del padre e la detenzione della madre in una struttura di riabilitazione, diventa una prostituta per pagare gli aumenti dell’affitto.

Ha anche bisogno di prendersi cura del suo disilluso fratello maggiore Marcus, che trascorre il suo tempo con la musica, e Trevor, un bambino di nove anni lasciato da un vicino.
Droga, sesso e lotte di potere sono le premesse per il solito dramma televisivo.
Ma ciò che rende Passeggiare la notte originale e indimenticabile è la capacità dell’autrice di cambiare il linguaggio e la percezione del lettore di quello che spesso viene rimosso oppure confinato ai margini della mente.
Lo fa appunto entrando nella mente, nel corpo e nell’anima di Kiara, una delle giovani eroine più dure e gentili del nostro tempo.

Con una scrittura cruda e bellissima, Leila Mottley racconta la corruzione, il riscatto sociale, nelle strade di un’America poco conosciuta riuscendo a farlo con straordinaria umanità.
Una storia potente, un feroce atto d’accusa contro un sistema ingiusto, un racconto rivelatorio.
Talvolta fa male continuare a leggere le pagine, ma è impossibile fermarsi.
Ci sono così tanti modi per camminare per strada, ma nessuno di questi ti renderà a prova di proiettile” ricorda Kiara.
I pericoli incombono più luminosi dei lampioni, ma c’è anche qualcosa di liberatorio nel modo in Kiara cammina per le strade dopo il tramonto.
È come se l’adolescente dovesse in qualche modo imparare una nuova voce, un nuovo ritmo e un nuovo linguaggio.
Dagli interni domestici disordinati ma intimi dell’appartamento di Kiara alle squallide strade di Oakland costellate di buche, il romanzo crea un mondo spezzato in cui la realtà si legge a più voci.
Le strade di Kiara sono spesso teatro di cortei funebri, ma sono anche piene di vita, skateboard, graffiti, cibo ben speziato e buoni amici, che però non possono proteggerla.

La notte si avvicina a me quando c’è il sole“, mormora Kiara tra sé.
Quello che non può raccontare alla sua migliore amica è quanto spesso i poliziotti la chiamano, invitandola a feste sessuali senza pagarla e minacciando di mettere suo fratello in prigione se denuncia i loro accordi.
Diventa la preferita di alcuni poliziotti che continuano a non pagarla sostenendo di ricompensarla già a sufficienza con la loro protezione.
Quando uno del gruppo si suicida lasciando un biglietto con il nome della ragazza, Kiara viene precettata come testimone chiave all’interno di un procedimento legale, restando intrappolata in uno scandalo che coinvolge tutto il dipartimento di polizia di Oakland.
Ciò compromette il suo fragile equilibrio familiare.

La finzione ha bisogno sia di ordine che di caos.
Leila Mottley con una scrittura precisa priva di fronzoli gestisce il caos all’esterno e all’interno di Kiara con fredda eleganza, del tutto priva di giudizio e pregiudizio.
Un’impresa difficile, in particolare quando tutti gli occhi intorno a Kiara –  quelli della famiglia, degli amici, degli agenti di polizia diventati clienti e infine un gran giurì – si concentrano ferocemente su di lei
Se l’opportunità e la scelta sono veramente la materia di cui sono fatti i sogni americani, questi possono diventare incubi per chi è stato sfruttato e diffamato da chi è al potere.

Passeggiare la notte ci regala una storia di straordinaria vulnerabilità, segnando l’arrivo sulla scena contemporanea di una voce assolutamente unica.
Con una scrittura coinvolgente, Leila Mottley racconta il pregiudizio razziale, la corruzione, il riscatto sociale, nelle strade americane.
Una scrittura atipica, lontana dalle regole della grammatica tradizionale.
Una pugnalata allo stomaco.
Un romanzo che svela la complessa psicologia, la giovinezza e l’intelligenza tagliente di Kiara, oltre a mostrare il suo incrollabile istinto materno di proteggere Marcus e Trevor a tutti i costi.
L’etica è al centro dell’indagine dettagliata sulla terribile situazione di Kiara: smascherare la polizia o tenere la bocca chiusa?
C’è spazio per ogni decisione possibile o impossibile da prendere.

Passeggiare la notte non è solo un’indagine senza paura sulla giustizia, la colpa e il pregiudizio, ma un’allegoria sul potere della parola, della narrazione e della finzione stessa.
In un romanzo in cui il razzismo è ovunque, Leila Mottley decide di usare l’anonimato con un risultato freddo e agghiacciante ma strettamente funzionale alla narrazione.
Gli agenti di polizia sono indicati con i loro numeri di tesserino: 612, 190, 601.
I loro nomi vengono rivelati soltanto alla fine.
Una inquieta ricerca della verità, un romanzo originale scritto con una voce e una visione difficili da togliersi dalla testa.
Le pagine rimangono per giorni e giorni appiccicate addosso al lettore.
È un romanzo così sicuro che mi ritrovo a controllare l’età di Leila Mottley due volte, nel caso in cui avessi letto male.
E sì, confermo, Leila ha poco più di vent’anni.
Ha sempre scritto poesie e racconti da quando ha imparato a scrivere.
Una caratteristica affascinante del suo romanzo è che, nonostante tutto, il conflitto in termini di classe, povertà e ingiustizia sociale, il genere e la sessualità passano inosservati.

Passeggiare la notte racconta attivamente l’ingiustizia sociale e la vita ai margini.
La giovane autrice ricorda di aver “insistito per far leggere il romanzo a una prostituta per garantire l’accuratezza della sua rappresentazione della vita di strada”.

© Riproduzione riservata

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