Tre giornate per ricordare il contributo e il sacrificio dei combattenti aretini durante la Prima Guerra Mondiale per il completamento dellโunitร nazionale.
Tra sabato 2 e lunedรฌ 4 novembre, in occasione del Giorno dellโUnitร Nazionale e delle Forze Armate, lโIstituto del Nastro Azzurro di Arezzo sarร impegnato in una serie di commemorazioni in prossimitร di monumenti, lapidi e cippi diffusi in tutto il territorio provinciale per rendere omaggio ai caduti e per mantenere viva la memoria del loro sacrificio come occasione anche per ribadire lโimportanza di costruire una cultura di pace.
ยซIl nostro appello – commenta il cavalier Stefano Mangiavacchi, presidente dellโIstituto del Nastro Azzurro, – รจ a tenere la memoria di questo periodo storico, invitando cittadini, enti, associazioni e istituzioni a recarsi ai tanti monumenti diffusi tra cittร e piccoli paesi per lasciarvi un fiore, una candela, una bandiera, un ricordo o un disegno.
Lโauspicio รจ che, in queste visite, siano coinvolti anche i bambini per accompagnarli a conoscere luoghi, vicende e nomi spesso dimenticati collegati alla storia e alle tragedie della guerra:
ripercorrendo le gesta di questi uomini, figli, mariti e padri non si impara solo a conoscere la loro vita di soldati, ma la loro vita di persone che si trovarono, loro malgrado, coinvolte in modo diretto con la Grande Guerra e che contribuirono a consolidare valori di libertร , democrazia e paceยป.
LโIstituto del Nastro Azzurro ricorda come la Prima Guerra Mondiale, iniziata il 24 maggio 1915 per lโItalia e terminata il 4 novembre 1918, costituรฌ una durissima prova per ogni famiglia anche del territorio locale, con oltre 64.000 aretini richiamati alle armi:
molti di loro non fecero piรน ritorno alle case, mentre altri furono segnati da ferite, mutilazioni o malattie.
Lโalbo dโoro dei caduti riporta 7.720 morti nel solo distretto militare di Arezzo, mentre tra i nati nei Comuni della Provincia di Arezzo morirono un totale di 5.636 persone e ben 178 ragazzi giovanissimi del 1899 (ultimo anno chiamato alla leva militare durante la Grande Guerra).
A pagare il prezzo piรน alto furono i comuni rurali, con il dato maggiormente emblematico che riguarda Cortona con 673 caduti. Giovani provenienti da Casentino, Valdichiana, Valtiberina e Valdarno trovarono spesso la morte in terre lontane come ricordano i 33 caduti sul fronte francese soprattutto a causa dei gas asfissianti e le tante salme mai ritornate perchรฉ sepolte direttamente nei cimiteri di guerra allโestero.
Al termine della guerra, i caduti decorati al valor militare furono 193, un numero che testimonia il contributo del territorio aretino alle sorti del conflitto e al completamento dellโunitร nazionale.
Questa strage di sangue spinse combattenti, madri e vedove di guerra a erigere monumenti, lapidi e cappelle in ricordo dei loro cari per avere un luogo dove pregare e piangere i familiari scomparsi, a volte realizzate dalle locali amministrazioni comunali ma tante altre volte frutto di sottoscrizioni, collette e lavoro volontario degli stessi cittadini.
ยซLe commemorazioni di inizio novembre – continua il cavalier Mangiavacchi, – permettono di omaggiare chi รจ caduto servendo il tricolore, trasmettendo alle giovani generazioni gli alti ideali e i limpidi valori insiti nella memoria di quegli avvenimenti.
ร doveroso ricordare quanti, con fedeltร e appassionata dedizione, sacrificarono la loro esistenza e provarono immani sofferenze per la patria.
LโIstituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare si stringe ancora oggi con orgoglio ai nostri militari, di ogni ordine e grado, che di quella tradizione e di quei valori sono gli eredi.
Oggi che nuove sfide e minacce mettono in pericolo la pace realizzata, il nostro pensiero va a tutti i militari impegnati nelle operazioni di pace promosse dallโOnu fuori dai confini nazionali: a loro diciamo che non sono soli e che non resteranno soli, perchรฉ al loro fianco รจ schierata lโintera comunitร nazionaleยป.
Uff. Stampa del Istituto Nastro Azzurro

