La corsa al posto fisso contagia anche la Cina

La locomotiva dell’economia mondiale è in forte rallentamento e tra incertezze e anche quell’alone di “oscurantismo” che non si è mai dissipato completamente nel regno del Dragone, neppure dopo l’epocale svolta delle riforme a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta fino ad oggi, il sogno dei giovani cinesi sta diventando quello del posto fisso, alle dipendenze dello Stato.

La sicurezza del posto fisso sta ammaliando anche i giovani cinesi, alle strette sempre più con una situazione economica in peggioramento e un tasso di disoccupazione giovanile record che sta preoccupando dopo il boom degli ultimi 40 anni.

Il più grande miracolo economico di tutti i tempi, che ha portato rapidamente la Cina dall’essere un Paese chiuso ed isolato e considerata una delle economie più povere del mondo, a super potenza con innegabili riflessi sulle dinamiche socio- economiche e geopolitiche internazionali.

Purtroppo in questo contesto di fragilità “globale”,  anche la Cina arranca e nonostante con fatica sta cercando di far ripartire i consumi e quindi la crescita e i più recenti dati sono anche più confortanti rispetto al recente passato con la produzione industriale che cresce del 4.6%  e le vendite al dettaglio del +7.6%  (VS 7% atteso), il vero rischio è che Xi, nonostante le parole di circostanza in favore del multilateralismo e del progresso, incominci a fare retromarcia in alcuni ambiti economici e sociali importanti e strategici.

Alcuni segni di questa inversione di marcia sono, purtroppo, già evidenti, con il processo di modernizzazione del Paese che sta rallentando insieme a quello delle riforme.

Un chiaro esempio arriva dall’aumento del controllo da parte del Partito Comunista Cinese su molte imprese statali e private, che rischia di mettere in discussione il processo di apertura dell’economia cinese al mondo e di realizzazione di uno stato di diritto capace di salvaguardare la libertà di pensiero, le persone e le proprietà, riducendo le distanze con i principali Paesi Civili.

Se da un lato questo rischio di inversione di marcia, con l’arretramento del sistema cinese alle aperture rispetto ai modelli più “liberali” e verso un’ideologia capitalista e nonostante quest’ultima meriti una riflessione e una revisione a livello globale affinché diventi umanamente più equa e sostenibile, desta preoccupazione riguardo i già labili equilibri socio economici internazionali, sul piano interno incentiva la corsa al posto fisso con quasi tre milioni di giovani laureati candidati nei concorsi per diventare funzionari pubblici.

Tutto il mondo è Paese e l’ambizione tipicamente “italica” del posto fisso, con le sue tutele e i suoi privilegi, contagia e trova terreno fertile anche nella terra del Dragone, dove i giovani di fronte alle prime crepe di un sistema che, nonostante i progressi, il boom economico e le sue storiche aperture, dimostra ancora di essere  “prigioniero” di una resistente ideologia “comunista” e rende difficile la definitiva costruzione di un socialismo riformista e moderato capace di garantire uno sviluppo ponderato, sostenibile e centrato sul fattore umano.

Di fronte a questo fenomeno sociale, che sta accomunando giovani di Paesi distanti e di diversa cultura, non mi viene che complimentarmi con i miei concittadini italiani più giovani, che con coraggio scelgono la strada dell’imprenditorialità in uno scenario sempre più complesso e spesso privo della dovuta attenzione da parte di un sistema politico orientato ciecamente al consenso ancor prima che al bene comune e per questo incapace di incentivare e sostenere quello spirito imprenditoriale tra i più giovani, senza il quale il rilancio del Paese non sarà semplice.

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