C’era anche il sindaco Alessandro Ghinelli ieri nella sede delle Nazioni Unite a New York insieme alla delegazione di Rondine Cittadella della Pace, tornata al Palazzo di Vetro con il suo presidente Franco Vaccari, per rinnovare il messaggio di dialogo e di fratellanza che distingue la realtร aretina.
Davanti all’Alto Rappresentante UNAOC e sottosegretario delle Nazioni Unite Miguel Angel Moratinos, ai rappresentanti permanenti presso l’ONU di Italia, Costa Rica e Monaco, partner di Rondine e promotori dell’evento e ad altre personalitร internazionali;
il sindaco Ghinelli ha preso la parola sottolineando l’importanza di supportare le cittร affinchรจ diventino cantieri di pace, all’interno dei quali la diversitร non sia temuta ma considerata un valore, nell’ottica di municipalitร che non siano semplici spazi fisici di quotidianitร ma laboratori di speranze.
Questo il testo dell’intervento del sindaco Ghinelli.
โAffrontiamo oggi un tema che sta a cuore a tutti noi, la costruzione della pace. La pace, quel valore sfuggente e prezioso, che รจ il fondamento su cui costruiamo le nostre societร , i nostri sogni e le nostre speranze per un futuro piรน luminoso.
In un mondo alle prese con conflitti, divisioni e incertezze, il ruolo delle cittร nel promuovere la pace non รจ mai stato cosรฌ cruciale.
Le cittร , come centri vibranti di interazione umana, innovazione e diversitร culturale, hanno un immenso potenziale per proporsi come fari di pace e dialogo.
Non sono semplicemente spazi fisici, sono ecosistemi viventi, brulicanti di idee, aspirazioni ed energie.
All’interno dei confini delle cittร vivono individui con diversi background, culture e fedi religiose, e questo puรฒ sรฌ evidenziare le divisioni, ma puรฒ anche colmare gli abissi che ci separano. La scelta che abbiamo di fronte รจ chiara:
possiamo lasciare che le nostre cittร diventino terreno fertile per le divisioni, oppure possiamo sfruttare il loro potenziale perchรจ diventino catalizzatori di pace e riconciliazione.
Per raggiungere quest’ultimo obiettivo, dobbiamo riconoscere e considerare le cittร non come semplici sottoprodotti dell’urbanizzazione, ma come espressioni della nostra umanitร condivisa.
Dobbiamo progettarle mettendo al centro i principi di inclusivitร , sostenibilitร e resilienza.
Dobbiamo promuovere ambienti che incoraggino il dialogo, la comprensione e il rispetto reciproco.
Dobbiamo creare spazi dove gli individui si riconoscano, dove le loro voci siano ascoltate e dove i loro contributi siano valorizzati.
Dobbiamo coltivare sistemi educativi che infondano i valori di tolleranza, empatia e cittadinanza globale.
Dobbiamo dare ai giovani la possibilitร di diventare agenti di cambiamento positivo, dotati delle competenze e delle conoscenze necessarie per navigare in un mondo complesso e interconnesso.
Dobbiamo investire in spazi pubblici che servano da luoghi di incontro, promuovendo interazioni spontanee e favorendo un senso di comunitร .
Dobbiamo rivitalizzare i nostri centri urbani, trasformandoli in vivaci centri di scambio culturale, innovazione e collaborazione.
Cosรฌ facendo le nostre cittร diventeranno motori di pace, messaggere e testimoni di pace, luoghi in cui le differenze sono celebrate, non temute, e dove la diversitร รจ vista come fonte di forza, non come una minaccia.
Rondine Cittadella della Pace รจ uno di questi ambienti di “pace”, una realtร all’interno del nostro territorio che mira a raggiungere l’obiettivo di creare una nuova leadership globale impegnata nel rigenerare l’umanitร .
Ma questo cammino verso la pace non รจ privo di sfide, richiede un impegno costante per il dialogo, la diplomazia e il rispetto reciproco, richiede la volontร di colmare le divisioni, di affrontare i pregiudizi e di abbracciare il valore intrinseco di ogni individuo.
Solo le cittร che hanno conosciuto direttamente le tragiche conseguenze della guerra possono veramente comprendere il valore della pace:
Arezzo, che ha subito perdite e distruzioni durante la Seconda Guerra Mondiale, ha firmato un gemellaggio con la cittร di Oลwiฤcim in Polonia, meglio nota alla storia come Auschwitz, sia per promuovere l’inclusione e la crescita, ma anche per ricordare al mondo intero, attraverso la diplomazia cittadina e la loro storia, il vero valore della pace.
Sono fermamente convinto che le cittร abbiano tutte le capacitร per aprire la strada verso la pace, poichรจ sono incarnazione vivente della nostra umanitร condivisa e microcosmi della nostra societร globale.
Stiamo uniti e lavoriamo instancabilmente ad ogni livello di governo per trasformare i nostri Paesi in santuari di pace, dove i semi della comprensione e dell’armonia possono radicarsi e fiorire.
Aiutiamo i sindaci a creare cittร che non siano semplicemente luoghi in cui vivere, ma luoghi in cui individui di ogni ceto sociale possano prosperare, dove le differenze sono celebrate e dove la ricerca della pace non รจ solo un’aspirazione, ma una realtร tangibileโ.

