La Giornata mondiale del rifugiato รจ stata ancora una volta occasione di festa e di riflessione a Villa Pettini, la struttura di Montevarchi (AR) dove la Fondazione Giovanni Paolo II si occupa di accoglienza e integrazione di nuclei familiari di richiedenti asilo.
Come ormai consuetudine, in occasione della Giornata, la Fondazione ha organizzato una cena di raccolta fondi che diventa un momento di condivisione con ospiti, operatori, amici in cui protagoniste sono le storie di vita che si incontrano nei progetti di accoglienza.
Il tema scelto per lโedizione 2025 รจ stata lโinfanzia, con le testimonianze delle famiglie rifugiate: alcuni adolescenti ospiti del centro di accoglienza hanno condiviso le loro storie, portando racconti diretti, emozionanti e reali del loro percorso.
Bambini e ragazzi hanno messo in scena la rappresentazione teatrale del famoso racconto di Sepulveda โStoria della gabbianella e del gatto che le insegnรฒ a volareโ.
Grazie alla terapia teatrale, i bambini di famiglie migranti vengono stimolati a tirare fuori le proprie emozioni ed elaborare i traumi del loro vissuto.
Con Angelo, insegnante e attore dellโassociazione culturale Masaccio, insieme agli operatori della Fondazione Giovanni Paolo II, vengono coinvolti in attivitร indipendenti insieme ad altri ragazzi del territorio, favorendo cosรฌ anche lโintegrazione, la conoscenza, lโamicizia.
Il primo pubblico di questa piccola compagnia speciale erano stati a Carnevale gli ospiti anziani dellโASP Masaccio di San Giovanni Valdarno.
Ne รจ nata una bella e preziosa amicizia tra nonni e bambini, tanto che gli ospiti della Rsa hanno deciso di affiancare i piccoli attori e gli operatori del centro di accoglienza nella realizzazione dei costumi di scena.
Lโincontro tra generazioni e il sostegno allโaltro diventa cosรฌ accoglienza e arte.
Alla serata hanno partecipato Damiano Bettoni, neo presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, e il consigliere con delega allโaccoglienza Pino Gulia:
รจ stata la prima uscita pubblica per il nuovo CDA, entrato in carica il 19 giugno. A fare gli โonori di casaโ anche Stefano Ermini, responsabile di tutta lโarea accoglienza della Fondazione Giovanni Paolo II.
Tanti gli eventi nellโevento, come lโinaugurazione dello spazio โLudomondoโ, un’area di Punto Famiglia Villa Pettini che collabora con la Fondazione per l’accoglienza, dedicata al gioco e alla socializzazione aperta a tutti i minori, sia residenti nei centri che del territorio.
La cena รจ stata preparata da Qoelet, impresa sociale che promuove lโinclusione socioeconomica di persone in condizione di marginalitร sociale e di cui la Fondazione Giovanni Paolo II รจ socia.
โLโiniziativa promossa dalla Fondazione Giovanni Paolo II in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato โ sottolinea Pino Gulia – assume una triplice valenza.
In primo luogo, si inserisce nel quadro delle numerose azioni che, in adesione alle Nazioni Unite, vengono oggi promosse in tutto il mondo per dare visibilitร alla drammatica condizione di milioni di persone costrette a lasciare il proprio Paese a causa di guerre, violenze, persecuzioni e gravi violazioni dei diritti umani.
Lontani dalla propria terra, dai propri affetti e da tutto ciรฒ che conoscevano, cercano protezione in luoghi spesso del tutto sconosciuti.
ร a loro che va il nostro sguardo, ed รจ allโopinione pubblica che si rivolge il nostro appello:
fermarsi, ascoltare le loro storie, riconoscere i percorsi di integrazione messi in atto, apprezzare la forza con cui provano a riprendere in mano, pacificamente, la propria vita nella nuova realtร โ.
โQuestโanno โ prosegue il neo-consigliere del CDA – lโattenzione si concentra sullโinfanzia, perchรฉ i bambini sono le vittime piรน fragili e silenziose dei conflitti e delle migrazioni forzate.
Spesso non comprendono appieno ciรฒ che sta accadendo e, lungo il cammino verso la salvezza, possono diventare preda di chi sfrutta la loro vulnerabilitร , anche in presenza delle famiglie.
A loro รจ stata negata lโinfanzia: offrire uno spazio sicuro, sereno, dove possano far emergere paure e speranze, รจ il primo fondamentale passo per il loro benessere oggi, ma anche per quando saranno giovani e adultiโ.
Infine, ricorda ancora Gulia, โaccanto ai bambini ci sono le famiglie, quelle dei rifugiati e quelle dei volontari, dei partecipanti a questa iniziativa e della comunitร .
Questo โstare insiemeโ, anche se con qualche iniziale difficoltร , nel tempo genera fiducia reciproca, confidenza, integrazione.
ร in questi legami che si aprono nuove vie per la difesa e la pratica dei diritti umani, verso una societร aperta e inclusiva.
Ed รจ proprio questo, mi permetto di dire, lโobiettivo politico della Fondazione Giovanni Paolo IIโ.