I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Arezzo hanno recentemente intensificato il controllo economico del territorio e la lotta all’abusivismo.
In tale contesto, nei giorni scorsi, i finanzieri del Gruppo di Arezzo, durante un controllo in un esercizio commerciale del capoluogo, constavano la presenza di attrezzature quali bancone, lettino, attrezzi per la lavorazione delle unghie (fornetti UV, smalti, gel, e pigmenti) nonché strumentazioni per altri trattamenti estetici.
Gli approfondimenti eseguiti consentivano rapidamente di accertare come nel locale, oltre alla vendita al dettaglio di prodotti di vario genere, venisse altresì svolta, abusivamente, l’attività di centro onicotecnico, in assenza dei requisiti igienico sanitari e di prevenzione previsti, delle necessarie comunicazioni al Comune e all’ASL competente, nonché senza alcuna attestazione della frequentazione dei previsti percorsi formativi da parte della titolare, in violazione di quanto previsto dalla normativa di riferimento di carattere regionale.
L’attività onicotecnica era inoltre completamente sconosciuta al fisco, operando in assenza di partita IVA e senza alcuna registrazione dei corrispettivi né dichiarazioni fiscali. A tale proposito, sono stati immediatamente avviati gli approfondimenti necessari.
Le Fiamme Gialle sequestravano quindi in via amministrativa le attrezzature e contestavano alla responsabile, di nazionalità cinese, sanzioni amministrative fino a 18.000 mila euro.
Inoltre, durante l’accesso, i finanzieri rivenivano, all’interno dell’attività commerciale, anche 108 peluche e prodotti contraffatti – tra cui i noti “Labubu”, “Lilo e Stitch” – privi di qualsiasi certificazione di sicurezza e realizzati con materiali scadenti, quindi potenzialmente pericolosi soprattutto per i più piccoli.
Il titolare dell’attività commerciale che ospitava il laboratorio onicotecnico, anch’esso di nazionalità cinese, veniva quindi denunciato alla locale Procura della Repubblica per violazione dell’art. 474 c.p. e i prodotti contraffatti venivano sottoposti a sequestro.
La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Arezzo (art. 5 del d.lgs. n. 106/2006, come modificato dall’art. 3 del d.lgs. n. 188/2021), trattandosi di attività di indagine di interesse pubblico.
Al riguardo, si evidenzia che il procedimento penale summenzionato pende nella fase delle indagini preliminari e che l’indagato deve presumersi innocente sino ad eventuale pronuncia irrevocabile di condanna