La decisione della BCE di mantenere invariati i tassi di riferimento, confermando l’atteggiamento prudente già espresso a luglio, si riflette direttamente sul territorio.
Se da un lato la stabilità monetaria risponde a uno scenario geopolitico complesso e incerto, dall’altro continua a pesare sul tessuto produttivo locale, costituito in larga parte da micro e piccole imprese.
In Toscana, a giugno 2025, i prestiti alle piccole imprese hanno registrato un calo del -5,4%, uno dei peggiori dati a livello nazionale (contro il -0,6% del totale imprese).
Per le quasi-società artigiane, che rappresentano circa la metà del credito all’artigianato, la flessione raggiunge addirittura l’8,5%, evidenziando la fragilità di un comparto fondamentale per l’economia regionale e provinciale.
“Le imprese aretine stanno vivendo con particolare difficoltà questo scenario di credito ridotto e più costoso – sottolinea Maurizio Baldi, presidente di Confartigianato Imprese Arezzo – infatti il costo medio del finanziamento resta elevato e penalizza soprattutto chi investe in macchinari, innovazione e sostenibilità, oltretutto in un contesto di incertezza generale.
Il rischio è quello di rallentare la ripresa proprio nel momento in cui gli ordini e gli investimenti mostravano segnali di miglioramento.
A determinare questo dato così negativo – analizza Baldi – contribuiscono le difficoltà legate alla predisposizione della documentazione di compliance necessaria per l’accesso ai finanziamenti, problematica che colpisce in modo più accentuato le imprese di più piccola dimensione che spesso mancano di una struttura amministrativa interna.
Confartigianato è l’interlocutore giusto per intercettare le risorse a cui attingere, mettendo a disposizione delle imprese esperti in credito e finanza agevolata e consolidando maggiormente i rapporti con gli istituti bancari in tutto il territorio della provincia.
Competenze che sono in grado di analizzare e rispondere in modo appropriato alle esigenze delle aziende, studiare le soluzioni migliori grazie anche all’accesso a bandi ed agevolazioni e proporre operazioni agli istituti grazie ad una consolidata rete di relazioni.
Quest’anno oltre il 90% delle operazioni intermediate dalla nostra associazione hanno avuto esito positivo”.
I dati diffusi dall’Ufficio Studi di Confartigianato nel 35° report congiunturale mettono in evidenza come nessuna regione italiana registri un andamento migliore per le piccole imprese rispetto al totale delle aziende.
La Toscana, con il suo forte tessuto manifatturiero e artigiano, risulta particolarmente colpita. In Italia, ad agosto 2025, il costo del credito per le nuove operazioni si è attestato al 3,49%, pari a 186 punti base in più rispetto a giugno 2022, prima dell’avvio della stretta monetaria. Se da un lato gli investimenti in macchinari tornano a crescere (+1,8% nel secondo trimestre), dall’altro la difficoltà di accesso al credito rischia di frenare la ripresa.
“Il credito – prosegue Baldi – è ossigeno per le micro e piccole imprese. Se viene meno, l’intero tessuto produttivo locale rischia di soffocare.
È urgente che le istituzioni, a livello nazionale ed europeo, mettano in campo strumenti specifici per sostenere l’accesso al credito, soprattutto nei territori come quello aretino, dove la microimpresa rappresenta il cuore dell’economia. Credito, investimenti e politiche di sostegno devono necessariamente andare di pari passo”.

