Denatalità: anche Castiglion Fiorentino in calo demografico nazionale

“370 mila nuovi nati su base nazionale, un ulteriore meno 2,6%.

Una tendenza che pare irreversibile, a cui non si sottrae anche il Comune di Castiglion Fiorentino, che ha registrato una sessantina di nuove nascite da inizio anno con un numero di decessi che rischia di diventare quasi doppio”.

Così il sindaco Mario Agnelli, che ha richiamato l’attenzione su un tema che da livello nazionale, a cascata, si riversa anche sulle varie comunità locali.

Il calo delle nascite in Italia continua a preoccupare. Dal 2008, anno in cui si è registrato il picco massimo di nati vivi nel nuovo millennio (oltre 576 mila), l’Italia ha perso complessivamente quasi 207 mila nascite, pari a un calo del 35,8%.

Nel 2024 i nuovi nati sono stati 369.944, con una diminuzione del 2,6% rispetto all’anno precedente, pari a quasi 10 mila bambini in meno.

Un andamento che nel 2025, secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio – luglio, mostra un ulteriore peggioramento:

circa 13 mila nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 (-6,3%).

Questo andamento negativo non risparmia neppure Castiglion Fiorentino, dove dall’inizio dell’anno si registrano una sessantina di nuove nascite a fronte di un numero quasi doppio di decessi.

Negli ultimi cinque anni i nuovi nati nel territorio comunale sono sempre rimasti sotto le 100 unità, mentre i decessi oscillano stabilmente tra 150 e 170 l’anno.

Il fenomeno si riflette inevitabilmente anche sul sistema scolastico.

Quest’anno a Castiglion Fiorentino in prima elementare sono entrati 87 nuovi bambini, mentre in terza media ne sono usciti 110, segno evidente di un progressivo calo demografico che nel medio periodo può incidere sulla tenuta dei plessi scolastici del territorio.

“Tra gli effetti inevitabili – conclude il Sindaco Agnelli – ci sarà anche per noi la chiusura progressiva di plessi scolastici che non hanno più i numeri sufficienti per rimanere aperti.

Oltre a questo, le ricadute negative saranno quelle tipiche di una società che invecchia, con conseguenze anche per il sistema sanitario e previdenziale”.

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