“La situazione del Comando di Arezzo dei vigili del fuoco è ormai insostenibile: mancano all’appello circa 40 unità tra vigili del fuoco e capisquadra.
Anche con l’ultima mobilità nazionale, la carenza resta pesante, tanto che alcune sedi distaccate rischiano, in caso di imprevisti, di non riuscire a garantire un servizio ordinario completo.
È concreto il rischio di declassamenti ad “appoggio”, ovvero presìdi privi di squadre operative autonome: uno scenario che mette a rischio la sicurezza degli operatori e dei cittadini” è l’allarme lanciato da David Mencarelli, segretario Fns Cisl.
“La sede centrale, che dovrebbe essere il cuore dell’operatività provinciale, è quella che soffre di più.
A fronte di un bacino di utenza di circa 180.000 abitanti, il dispositivo standard prevede una sola partenza ordinaria con 7 vigili e un mezzo di appoggio che dovrebbe coprire, da solo, funzioni vitali come autoscala, autobotte e autogru per l’intera provincia.
È impensabile affrontare così una stagione come quella estiva, con il rischio incendi ormai altissimo”.
A peggiorare il quadro, il piano regionale Aib (Antincendi Boschivi) ha previsto solo due unità aggiuntive per circa 25 giorni. Un palliativo, non una soluzione. “Serve ben altro:
serve una sensibilità diversa verso questa provincia da parte della politica, a ogni livello. Arezzo è al centro di un crocevia autostradale e ferroviario fondamentale per l’Italia: se un’emergenza colpisse qui, potrebbe spezzare il Paese in due” continua Mencarelli.
“Non può e non deve essere colpa dei pochi vigili del fuoco in servizio, che fanno salti mortali ogni giorno per garantire la sicurezza della popolazione residente e dei tanti turisti che attraversano il nostro territorio.
A loro va il nostro rispetto e il nostro sostegno. Ora, però, servono fatti: servono assunzioni, investimenti, mezzi. Non bastano le pacche sulle spalle».