Progetti, idee e soluzioni al servizio della Regione Toscana per contrastare la violenza di genere e affermare la cultura di genere.
A garantirli è Giovanna Carlettini, candidata al consiglio regionale per Fratelli d’Italia a sostegno di Alessandro Tomasi come presidente, che evidenza l’urgenza di procedere con interventi concreti e coordinati per rafforzare iniziative culturali e percorsi educativi nelle scuole, con le associazioni e nei territori.
Il modello operativo è rappresentato proprio dall’assessorato alle pari opportunità del Comune di Arezzo che, istituito e assunto proprio dalla stessa Carlettini, è stato basato su una collaborazione tra pubblico e privato che ha permesso negli ultimi cinque anni di condurre progetti rivolti a cittadini di ogni età per sensibilizzare sui temi di parità di genere, diritti fondamentali, non-violenza, rispetto reciproco e non-prevaricazione.
A motivare un impegno in questo ambito è l’ultimo “Rapporto sulla violenza di genere in Toscana” che, con riferimento al 2023, ha riportato dati allarmanti e crescenti. Ben 4.500 donne, infatti, si sono rivolte in un solo anno a un centro antiviolenza e 2.000 sono entrate in codice rosa al Pronto Soccorso per maltrattamenti, inoltre sei donne sono state uccise per femminicidio, 1.250 sono state prese in carico da servizi sociali e 920 sono state assistite dai consultori per casi di abuso e violenza (a fronte delle 810 del 2022).
Tre sono state le direttrici principali dell’impegno di Giovanna Carlettini nel corso del suo assessorato contro la violenza di genere.
La prima ha riguardato l’ambito educativo con interventi nelle scuole di ogni ordine e grado, fin dalla prima infanzia, che sono state individuate come luoghi privilegiati per diffondere la cultura del rispetto attraverso progetti di gestione dei conflitti, percorsi di difesa personale e supporto di psicologi e pedagogisti.
Investire sui giovani in qualità di “adulti di domani” ha significato incidere sulla formazione di relazioni sane ed efficaci.
La seconda strada ha riguardato la collaborazione con il terzo settore: associazioni radicate nel territorio e nel privato sociale sono stati partner in una logica di governance condivisa, capace di ampliare la portata dei progetti comunali nei contesti scolastici, sportivi e ricreativi.
La cultura, infine, è stata scelta come veicolo di cambiamento con spettacoli, mostre e iniziative artistiche in occasione delle principali ricorrenze dedicate alle pari opportunità che hanno veicolato il messaggio del contrasto alla violenza con linguaggi alternativi ma di forte impatto.
«Le buone pratiche del Comune di Arezzo – spiega Carlettini, – possono diventare un modello anche per le politiche della Regione Toscana perché hanno dimostrato che la sinergia tra istituzioni, scuole, associazioni e mondo della cultura favorisca la costruzione di una rete solida ed efficace di prevenzione e contrasto alla violenza.
È questo il percorso che intendo portare avanti anche a livello regionale per rafforzare i servizi e promuovere una vera cultura di rispetto e parità».


