“Presentiamo – ha esordito il vicesindaco Lucia Tanti – uno dei tre garanti che animano questa amministrazione e coadiuvano il lavoro della fondazione Arezzo Comunità, garantendo a quest’ultima di qualificarsi sempre più come casa dei diritti.
Tre garanti, tre donne, cerniera fra amministrazione, servizi e città. I dati che cito sono freschi e inducono a una maggiore tranquillità.
Iniziamo dal tasso di natalità di Arezzo perché parlare di anziani non significa certo decontestualizzarli:
il tasso aretino è del 6,4% mentre in regione del 5,7. Dunque, si nasce di più e al contempo decresce la mortalità.
Gli altri aspetti che voglio sottolineare sono il 37,2 per mille degli anziani over 65 assistiti a domicilio ad Arezzo, mentre il dato dell’Azienda toscana sud-est si colloca al 30,3 e quello regionale al 28,1 e le presenze sempre over 65 nelle Rsa:
10,8 per mille in città quando il dato toscano è di poco superiore all’8. Siamo più organizzati”.
A due anni dalla sua nomina, il Garante dei diritti degli anziani del Comune di Arezzo Silvia Antichetti è entrata nel dettaglio:
“il settore degli anziani è molto delicato ed è comunque, diversamente da quello che si possa pensare, un universo vivace.
La tendenza nazionale è quella di un invecchiamento demografico a ritmi sostenuti:
il problema deve dunque coinvolgere soluzioni a livello strutturale e imporre la riflessione su almeno tre aspetti:
la solitudine crescente, perché non tutti possono vivere in contesti sociali o familiari, la fragilità fisica e cognitiva, la carenza delle soluzioni intermedie, quelle che si collocano tra casa e Rsa.
La battaglia decennale del vicesindaco ai tavoli della Regione Toscana sta oggi trovando un’apertura importante, una linea di dialogo e collaborazione per un progetto ad hoc:
la sperimentazione di una casa-famiglia nella quale si entra con determinati requisiti, che ruotano attorno a sette criteri fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità, anche di parziale autosufficienza e dove si può vivere dignitosamente la propria condizione personale. Non siamo dunque in un contesto sanitario ma, appunto, intermedio”.
“Se arriviamo in fondo positivamente a questa sperimentazione – ha aggiunto il vicesindaco – anche in base al numero delle adesioni al bando che verrà gestito dalla Asl, cominceremo a farci un’idea e a capire se vogliamo davvero superare certe rigidità e, perché no, la legge regionale attuale del 2005 in vista di una normativa che disciplini ex novo la materia”.
“Se poi non vogliamo chiamarle case-famiglia – ha concluso Antichetti – parole che possono richiamare formule non condivise da tutti, non mancano i termini utilizzabili come ‘capitale condiviso-assistito’.
L’importante è che si arrivi a una soluzione ‘residenziale’ a garanzia di una socialità quotidiana condivisa: né in casa da soli né in una tradizionale residenza assistita”.
A livello locale, un’idea ulteriore è il progetto “Vicini di Vita” che mira invece a creare forme di cohousing tra anziani autosufficienti che mettono a disposizione spazi di proprietà e studenti universitari fuori sede.
Un’iniziativa che punta a unire solidarietà intergenerazionale, lotta alla solitudine, aiuto agli anziani in ambiti come le nuove tecnologie e accessibilità abitativa per giovani che scelgono Arezzo come città in cui completare il percorso formativo.

