Lโindagine โLancia dโargentoโ condotta dai poliziotti della Squadra mobile di Arezzo e del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato in collaborazione con i militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia carabinieri di Arezzo, ha fatto luce sullโattivitร di un gruppo criminale, composto da otto persone, specializzato in furti ai danni di aziende orafe.
Lโattivitร investigativa congiunta, che ha preso il via negli ultimi mesi dello scorso anno in seguito al notevole aumento dei furti commessi nello stesso settore merceologico nei comuni di Arezzo e Civitella in Val di Chiana, ha portato allโemissione di unโordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone, una delle quali giร detenuta per altri motivi, accusate di essere i responsabili dei furti.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Arezzo, si sono sviluppate mediante sopralluoghi sui luoghi dei furti, sequestri di abiti e strumenti utilizzati per la commissione dei reati, analisi delle immagini catturate dai sistemi di videosorveglianza, estrapolazione dei dati restituiti dai varchi elettronici della provincia e analisi del traffico telefonico.
I primi due membri del gruppo criminale furono arrestati il 28 novembre scorso dagli agenti della Squadra mobile e dai carabinieri della Compagnia di Arezzo. I due furono fermati poche ore dopo il furto commesso presso una ditta orafa di Laterina-Pergine Valdarno (Arezzo), che fruttรฒ un bottino di 1,4 chili dโoro, 50 dโargento e 10 di ottone, per un valore complessivo stimato in circa 200mila euro.
Le successive indagini hanno permesso di localizzare la base logistica del gruppo, situata in provincia di Pistoia, individuare i veicoli utilizzati e ricostruire i movimenti della banda. Gli elementi raccolti hanno, inoltre, consentito di collegare il gruppo ad altri otto furti simili avvenuti tra agosto e novembre 2024 nella zona di Arezzo e Civitella in Val di Chiana.
Le ricerche dei destinatari delle misure cautelari, di nazionalitร romena, sono state estese in ambito internazionale con lโemissione di un mandato di arresto europeo (Mae).
Il 24 aprile, in Romania, la polizia romena, con il contributo degli investigatori italiani arrivati sul posto e supportati dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, in collaborazione con lโesperto per la sicurezza presso lโambasciata dโItalia a Bucarest, ha localizzato e arrestato quattro dei cinque ricercati, in esecuzione del Mae. Eseguite anche diverse perquisizioni domiciliari che hanno permesso agli investigatori di acquisire ulteriori elementi utili alle indagini.