Presentazione dei libri Divisione Acqui e diari di guerra

Due libri per ricordare la “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”.

Il primo è “Il prisma della Storia. Tre visioni, una Memoria, la Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù 1941-1943” a cura di Elisabetta Giudrinetti, Edizioni Medicea Firenze. Il secondo volume è “Quando saremo di nuovo uomini. Storia della faccenda. Diario di guerra dal gennaio al giugno del 1945” di Ettore Piccinini, Archivio Diaristico Nazionale, Il Mulino.

Interverranno Elisabetta Giudrinetti, Coordinatrice regionale Associazione Nazionale Divisione Acqui e Tiziana Nocentini, Direttrice dell’Istituto storico aretino della Resistenza e dell’età contemporanea.

La presentazione sarà alle ore 17.30 di mercoledì 12 novembre nei locali dell’Associazione culturale tra Tevere e Arno Ex Chiesa Madonna del Duomo in  Via Oberdan 61 ad Arezzo.

Approfondimento Il prisma della Storia. Tre visioni, una Memoria, la Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù 1941-1943” (Elisabetta Giudrinetti)

La prima pubblicazione, introdotta dalla prefazione del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, l’Ambasciatore di Germania a Roma, Hans-Dieter Lucas e l’Ambasciatore di Grecia a Roma, Eleni Sourani,  Il prisma della Storia. tre Visioni, una Memoria.

La Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù. 1941 – 1943, (edizioni Medicea Firenze, 2025, pp. 632), a cura di Elisabetta Giudrinetti, con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Toscana, offre la disamina a tre voci – italiana, greca e tedesca – dei fatti accaduti a Cefalonia e Corfù durante la Seconda guerra mondiale.

Una vicenda, quella della Divisione Acqui nelle isole Ionie, che continua a suscitare interesse per i molteplici aspetti che la caratterizzano, cominciando dal rapporto che si creò tra la popolazione corfiota e cefalonita e le truppe di occupazione italiane e tedesche, analizzata nella pubblicazione dagli storici Spyros Gaoutsis,  Pantelis Papaioannou e Petros Petratos.

Gli storici italiani Camillo Brezzi e Patrizia Gabrielli, nelle pagine del loro saggio, rivelano invece gli aspetti più intimi di alcuni soldati della Acqui grazie alla lettura della loro corrispondenza personale prima dell’8 settembre 1943 e lo storico Lutz Klinkhammer affronta la riflessione, da parte tedesca, su come, all’indomani della conclusione della guerra, sia stato raccontato l’eccidio in Germania e sul difficile ricordo tedesco di quanto avvenuto a danno dei soldati italiani a Cefalonia. 

Il giornalista Pierandrea Vanni, a corollario dei saggi proposti, trae stimolanti conclusioni.

Arricchiscono l’opera brevi saggi di Alessandra Nardini, già assessore regionale della Toscana, sul valore della Memoria, dei generali Massimo Panizzi e Libero Lo Sardo, dell’ammiraglio Pierluigi Rosati e del tenente colonnello Giuseppe Furno che evidenziano il ruolo  delle Armi e i reparti aggregati alla Divisione Acqui (Esercito, Arma dei Carabinieri Reali, Regia Marina, Guardia di Finanza);

il saggio di don Santo Battaglia ricorda le figure dei religiosi che, a Cefalonia e Corfù, svolsero il delicato ruolo di cappellano militare mentre il presidente Martin Schulz  si sofferma sull’impegno tedesco verso una memoria condivisa.

La seconda parte del saggio – ad opera di Elisabetta Giudrinetti, autrice anche dell’introduzione storica generale – è dedicata alla conoscenza dei luoghi di Cefalonia e Corfù che hanno visto la presenza della Divisione Acqui dal 1941 al 1943:

un Itinerario della Memoria che, mediante il racconto dei fatti e la descrizione di ciò che è ancora emotivamente intriso della presenza dei militari italiani, ne ferma il ricordo e restituisce il vissuto trasmettendo, in un singolare sguardo, ciò che gli stessi militari videro e vissero:

i tragici campi di battaglia, i centri di prigionia o esecuzione, ma anche la bellezza delle Ionie, la storia secolare di una chiesa o un palazzo, i teatri…, o una delle tante taberne in cui i giovani soldati sedevano a bere il raki o l’ouzo assieme ai commilitoni e la popolazione locale.

Molti video (con interviste, filmati storici, racconti vari), in modalità QR code, accompagnano l’intera pubblicazione.

Approfondimento Quando saremo di nuovo uomini. Storia della faccenda. Diario di guerra dal gennaio al giugno del 1945” (Tiziana Nocentini)

Nel vasto panorama delle memorie della Seconda guerra mondiale e della prigionia degli internati militari italiani, il diario di Ettore Piccinini si impone come una testimonianza potente, sobria e al tempo stesso ricca di umanità.

In Quando saremo di nuovo uomini. Storia della faccenda. Diario di guerra dal gennaio al giugno del 1945, l’autore ripercorre la propria esperienza nei campi di internamento dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fino alle fasi conclusive del conflitto.

La forza del libro risiede nella sua forma diaristica: Piccinini annota impressioni, sensazioni e accadimenti quotidiani — la fame, il freddo, l’attesa, la speranza — intrecciandoli con riflessioni più ampie sul senso dell’umanità e della dignità.

Questo approccio fa del volume non solo un documento storico, ma anche un’occasione di riflessione.

Particolarmente significativa è la lucidità con cui l’autore descrive il passaggio dalla fiducia nel regime alla consapevolezza della propria condizione di internato, come nella scena del campo di Wietzendorf, dove “quarantamila italiani, ammassati come pecore” attendono la liberazione.

L’ironia, l’amarezza, la speranza che resiste: sono questi gli elementi che danno al testo autenticità e spessore, lontano da ogni retorica e vicino all’esperienza vissuta.

Dal punto di vista tematico, il diario pone due domande centrali: cosa significhi “essere uomini” in circostanze estreme e in quale misura la dignità possa sopravvivere quando tutto sembra volerla negare.

Il titolo stesso — Quando saremo di nuovo uomini — non è una formula retorica, ma una domanda aperta: Piccinini non offre risposte definitive, ma invita il lettore a condividere il dubbio e la ricerca.

La voce diretta della testimonianza vissuta ne costituisce il valore più profondo, rendendola accessibile e coinvolgente per chiunque sia interessato alla memoria, alla storia e all’essere umano.

Quando saremo di nuovo uomini ci costringe a guardare dentro di noi, a riconoscere la fragilità, la resistenza e la possibilità di rinascere.

Un diario che non si limita a raccontare, ma che interroga, apre e invita alla riflessione sull’umano che siamo — o che potremmo ancora diventare.

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