Venerdì 31 ottobre, alle ore 18, verrà celebrata la Santa Messa per i cento anni dalla sua nascita nella chiesa di San Gemignano. Sarà presente una delegazione del Quartiere a cui era profondamente legato.
Porta Sant’Andrea ricorda don Renato Bertini. Lo farà venerdì 31 ottobre, alle ore 18, nella chiesa di San Gemignano ad Arezzo in occasione della Santa Messa per i cento anni dalla sua nascita, alla presenza del vessillo biancoverde.
Fin dall’ordinazione sacerdotale nell’aprile del 1948, don Renato è rimasto per tutta la vita legato alla parrocchia di San Gemignano di cui era parroco, oltre che anima del “Circolino don Bosco”.
In città era noto anche per la sua figura di giornalista: aveva collaborato, infatti, a molte testate nazionali e locali quali “Avvenire”, “Agenzia Italia”, “La Nazione” e “Corriere di Arezzo”.
La sua immagine e la sua voce poi sono entrate nelle case di tutta la città grazie alla collaborazione – fin dalla nascita dell’emittente – con “Teletruria”.
Profondo conoscitore di musica sacra e polifonica, era uno dei più apprezzati critici e memoria storica del Concorso Polifonico “Guido d’Arezzo”.
I Biancoverdi erano molto legati a don Renato che, dal 1982 al 1989, aveva ospitato al “Circolino” la sede provvisoria del Quartiere, in attesa del restauro di Palazzo San Giusto:
i quartieristi più anziani ricordano con affetto quel periodo insieme a don Bertini, la sua schietta ironia di prete aretino, la sua profonda cultura.
Nel giorno della Giostra, il Quartiere non partiva senza che prima don Renato non avesse impartito ai giostratori la propria Benedizione, che terminava con la frase “Andate e trionfate sennò son legnate!”
Al “Circolino” sono state gettate le basi del Quartiere d’oggi: in quel campetto sono nate le prime pizzerie, le “settimane del quartierista” cui don Renato partecipava sempre, magari affacciato alla finestra.
Era solito definire la sua Chiesa “ultimo baluardo di Porta Sant’Andrea, prima di Colcitrone“, e ci teneva che vi fosse sempre esposta la Bandiera biancoverde.
A lui, va il ricordo più vivo e sincero di tutta Porta Sant’Andrea.

