«Questa è stata una occasione preziosa per affrontare un argomento spesso sottovalutato: l’urologia al femminile». Così Filippo Annino, direttore UOC Urologia del San Donato di Arezzo definisce la Open Week sulla Salute della Donna promossa da Fondazione Onda ETS alla quale ha aderito anche il reparto da lui diretto. Dal 22 al 30 aprile, infatti, sono state tre le giornate dedicate dall’Urologia alle visite gratuite negli Ospedali Bollino Rosa, che in provincia di Arezzo conta il San Donato e quello del Valdarno.
«Quando si sente parlare di urologia, infatti, molti pensano immediatamente ad una branca della medicina che riguarda solo la salute maschile – spiega la dr.ssa Saba Khorrami, responsabile Gom Urologia -. In realtà, l’urologia si occupa anche, e in maniera non secondaria, della salute delle donne e di tutti quei disturbi legati all’apparato urinario e genitale femminile».
Problemi come l’incontinenza urinaria, le infezioni urinarie ricorrenti, il dolore pelvico cronico, il prolasso uro genitale sono condizioni comuni nelle donne di tutte le età.
«In molte situazioni, il pavimento pelvico (un complesso sistema di muscoli, legamenti e tessuti) può subire danni a seguito di gravidanze, parti, menopausa o semplicemente dell’invecchiamento – aggiunge la dr.ssa Andrea Celeste Barneschi, urologa -. Ciò può determinare alterazioni della statica pelvica e conseguenti disturbi urinari. Spesso, per inibizione o per la convinzione che si tratti di problemi non severi e non correggibili, le donne rimangono in silenzio rinunciando a chiedere aiuto o un parere medico».
Le giornate bollino rosa dedicate all’urologia sono state accolte con entusiasmo e c’è stata una buona affluenza da parte delle pazienti di ogni età.
«Le problematiche che abbiamo riscontrato maggiormente – dice la dr.ssa Benedetta Bianchi, urologa – sono state proprio quelle legate all’incontinenza urinaria, considerata erroneamente un fattore normale con l’età e non correggibile, ma anche quelle legate alle infezioni urinarie ricorrenti, le cistiti, di cui ha sofferto almeno una volta nella vita circa il 60% delle donne. Abbiamo avuto anche occasione di approfondire quelle situazioni catalogate come cistite emorragica con il corretto work up diagnostico, volto a escludere la presenza di patologie neoplastiche e sottolineare che il sangue nelle urine non va mai sottovalutato».
«Questa occasione ci ha permesso di lanciare un messaggio chiaro: nessuna donna deve convivere con il disagio o con la sofferenza ma deve sapere che esistono soluzioni efficaci – aggiunge la dr.ssa Martina Milanesi -. Gli urologi possono offrire terapie personalizzate che vanno da semplici modifiche nello stile di vita (terapia comportamentale) ad esercizi per il pavimento pelvico fino a trattamenti farmacologici o chirurgici minimamente invasivi».
I medici dell’Unità operativa complessa di Urologia sono in grado di offrire un inquadramento diagnostico a tutte le donne che ne abbiano necessità e accompagnarle nel percorso diagnostico, anche con esami di secondo livello come l’ecografia pelvica, l’esame urodinamico invasivo o la cistoscopia diagnostica. «Queste indagini sono svolte dai medici della nostra equipe – conclude Saba Khorrami -. È importante sottolineare che, molte patologie urologiche femminili, quando riconosciute e trattate precocemente, possono essere gestite con approccio conservativo. Per quei casi, invece, in cui occorre un approccio attivo, il nostro centro vanta una solida esperienza nel trattamento chirurgico mini invasivo come per esempio con l’utilizzo della chirurgia robotica nel trattamento del prolasso uro-genitale».
Nella foto allegata i medici urologi: Benedetta Bianchi, Andrea Celeste Barneschi, Annalisa Mantella, Roberto Di Costanzo, Alessandro Silvestri, Saba Khorrami e Martina Milanesi