“Alla vigilia del prossimo Consiglio Comunale, nel quale approderà l’adozione della lottizzazione in via Tiziano, ribadiamo con forza la nostra contrarietà al progetto, già espressa pubblicamente nelle settimane scorse.
L’area oggi destinata a verde urbano verrebbe trasformata in un comparto residenziale con due torri di otto/nove piani:
un intervento radicale, sproporzionato e profondamente lontano dalle esigenze del quartiere.
Sarebbe un colpo definitivo a uno degli ultimi spazi verdi rimasti in una zona già densamente edificata, con ricadute negative sulla qualità della vita dei residenti, sul traffico e sulla coerenza urbanistica complessiva.
I cittadini lo hanno capito benissimo, tanto da mobilitarsi in migliaia. Le firme raccolte dal comitato, oltre tremila, raccontano un dissenso ampio, trasversale, radicato.
È un segnale che l’amministrazione comunale avrebbe dovuto ascoltare, valorizzare e rispettare.
Invece è successo l’opposto. L’assessore Francesca Lucherini aveva pubblicamente garantito, sia in Consiglio Comunale sia attraverso la stampa, che ci sarebbe stato un confronto con i residenti, un percorso trasparente e partecipato, un vero dialogo con la città.
Nulla di tutto questo è avvenuto. Non si è aperto un tavolo con i cittadini, non è stato avviato alcun processo partecipativo, neppure una semplice assemblea pubblica.
L’impegno assunto è stato disatteso in modo evidente e questo rappresenta un fatto politico grave, perché mina la fiducia tra amministrazione e comunità.
La lottizzazione di via Tiziano non è una pratica tecnica: è una decisione destinata a segnare il futuro del quartiere Giotto e a incidere sulla vita di centinaia di famiglie.
Per questo non può essere trattata come un atto dovuto o come un passaggio burocratico da approvare senza confronto.
È necessario fermarsi, ascoltare la città, riconoscere il valore di un’opposizione civica così forte e motivata.
Chiediamo dunque che il Consiglio Comunale respinga questa proposta di lottizzazione e che si apra finalmente un percorso serio per destinare l’area a una funzione pubblica, coerente con le reali esigenze.
È il momento di scegliere che tipo di città vogliamo lasciare ai nostri figli: una sempre più cementificata o una capace di proteggere e rigenerare il proprio patrimonio”.

