“E’ curioso come la CGIL aretina tramite il suo segretario provinciale (che peraltro è anche un dipendente comunale e quindi chi meglio di lui dovrebbe conoscere le dinamiche tipiche di questo ente locale) riscopra solo adesso i problemi dei suoi stessi colleghi.
Viene affermato che “la situazione di gravissima difficoltà in cui operano i dipendenti degli enti locali”, inclusi quelli del Comune di Arezzo “si riflette pesantemente sui cittadini”. E continua il comunicato dicendo – giustamente – che chi si candida a sindaco di Arezzo “deve essere consapevole della condizione della macchina che si appresta a guidare”.
Una situazione in cui – questo lo dico io da consigliere comunale di minoranza – il Sindaco è stato assente dal territorio per troppo tempo e la cui presenza in città è percepita come fosse “da remoto”.
Una situazione in cui i dipendenti del Comune hanno perduto il senso di appartenenza e la fiducia nei sistemi di valutazione.
Un contesto amministrativo in cui molti dipendenti di alto profilo hanno preferito lasciare l’ente nel quale erano cresciuti professionalmente per migrare verso altri enti della pubblica amministrazione.
Segno evidente di un disagio che si respira fra i ranghi dei dipendenti del Comune di Arezzo.
L’ultima esperienza negativa è stata la progressione verticale riservata ai dipendenti comunali che è andata a finire come ampiamente prevedibile.
Alcuni hanno fatto il salto di carriera e gli elenchi dei “promossi” sono lì a testimoniarlo.
Moltissimi dipendenti frustrati nelle loro legittime aspirazioni che pensano a ricorsi e accessi agli atti.
Perché la CGIL, in tutti questi anni di amministrazione Ghinelli, non ha attenzionato l’uso smodato del ricorso agli incarichi dirigenziali a tempo determinato ex art. 110?
Oggi in Comune su nove dirigenti, oltre al segretario generale, se ne contano ben cinque a tempo determinato (Chieli Serena, Dell’Anna Francesco, Frescucci Paolo, Rossi Gianni, Cinatti Lorenzo), uno in comando in regione (Anna Guiducci) e solo tre (Antonella Fabbianelli, Alessandro Forzoni, Lucia Rulli) a tempo indeterminato.
Da candidato sindaco alle prossime elezioni comunali di Arezzo nel 2026, ho proposto un sondaggio alle lavoratrici e ai lavoratori del Comune di Arezzo, anonimo ovviamente, e quel che sta venendo fuori è la cartina di tornasole di un’insoddisfazione di fondo per il mancato riconoscimento della propria professionalità;
di carenza di sistemi davvero meritocratici per consentire avanzamenti di carriera, di pessime condizioni di lavoro con ambienti non a norma di legge e poco o per nulla accoglienti.
Un caso su tutti è quello dell’archivio comunale di via della Fiorandola dove vengono custodite le pratiche edilizie di tutta la città.
Infatti l’archivio – di proprietà privata – dove il Comune paga l’affitto, non è a norma di legge, al punto che l’ente stesso si è tutelato impedendo l’accesso a questo stabile ai tecnici che non siano dipendenti comunali e che per ragioni di lavoro devono consultare le pratiche urbanistiche.
Queste stesse pratiche viaggiano a bordo di furgoni da via della Fiorandola a piazza Fanfani dove è l’ufficio edilizia dove i tecnici (geometri, ingegneri e architetti) le possono consultare in sicurezza, il tutto con maggiori costi a carico della comunità aretina e con il rischio concreto che ogni volta che si movimentano queste pratiche, si possa correre il rischio di perdere qualche documento importante.
Però la curiosità è un’altra, infatti mentre i terzi estranei al Comune non possono sostare nell’archivio di via della Fiorandola, i dipendenti del Comune sì. Mi spiega qualcuno perché gli estranei vanno tutelati e i dipendenti comunali no?
Dove è il sindacato in questo caso? Perché non ho visto fare le barricate per tutelare i lavoratori comunali che evidentemente operano in condizioni di non assoluta sicurezza?
E’ curioso rilevare come lo stesso sindacato, oggi paladino dei dipendenti comunali, che si rivolge ai futuri candidati sindaco, quindi anche a me, con una lettera a nome di tutta la RSU faccia anche l’assist al sindaco Ghinelli sullo spinoso caso della nomina del Comandante della Polizia Municipale invocando che da ora in poi a guidare i vigili aretini ci vuole un dirigente.
Dove era la CGIL quando nel 2020 Ghinelli dette l’incarico di comandante ad un “non dirigente”?
Dove era questo stesso sindacato quando nel 2019 fu bandito dalla giunta Ghinelli il concorso da dirigente comandante della Polizia Municipale e poi fu ritirato durante il suo svolgimento, dicendo ai 40 candidati per quel posto che avevano presentato la domanda che “si era scherzato”?
Perché il sindacato non esercitò il suo ruolo quando nello stesso anno l’Amministrazione modificò la struttura organizzativa del Comune, togliendo la posizione di dirigente dal Comando dei vigili per fare spazio ad un comandante senza laurea al quale venne affidato l’incarico di posizione organizzativa?
Oggi Nebbiai e Ghinelli la pensano allo stesso modo. Curioso.
Perché il sindacalista non ha trovato a dir poco inopportuno, a pochi mesi dalle nuove elezioni comunali, che il sindaco decidesse di mandare in pensione l’attuale Comandante dei vigili – seppur sempre da lui nominato nel 2020?
Non sarebbe stato meglio lasciare a chi verrà il compito di fare o meno un nuovo concorso da dirigente? Addirittura è arrivato lui stesso a chiedere al sindaco di nominare un dirigente come comandante.
Dove era il sindacato quando i dipendenti comunali sono stati fatti rientrare dalle Fondazioni Arezzo Intour e Guido d’Arezzo in Comune, mentre l’unico dipendente comunale che aveva invece scelto di restare alla fondazione turismo è stato fatto rientrare all’ufficio statistica del Comune?
Dove era il sindacato quando l’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) non è stato nominato dal Comune per oltre tre mesi?
Eppure questo organo monitora e controlla il sistema di misurazione della performance e garantisce la trasparenza, l’integrità e la correttezza dei processi di valutazione.
Se e quando dovessi diventare sindaco di Arezzo, uno dei miei obiettivi sarà quello di ridurre drasticamente il numero dei dirigenti e delle posizioni organizzative cercando di rendere più attrattivo e meritocratico il Comune di Arezzo per intercettare nuovi dipendenti, soprattutto fra i giovani che invece oggi scappano dal posto fisso e non ambiscono (giustamente) a venire a lavorare in Comune.
Questa è la situazione in cui versa il Comune di Arezzo e i sindacati lo sanno.
E ora lo sanno anche i miei “colleghi” candidati sindaco.”

