Le cronache di un gatto viaggiatore di Hiro Arikawa

a cura di Roberto Fiorini


Hiro Arikawa
(classe 1972) è una scrittrice e sceneggiatrice giapponese.
Molti suoi romanzi sono stati adattati per il cinema e le serie TV.

Le cronache di un gatto viaggiatore edito in Italia da Garzanti nel 2017, è stato un caso editoriale dapprima in Giappone e poi in tutto il mondo ed è diventato un film nel 2018.
Premetto, soffro di allergia al pelo del gatto che mi provoca rinite con naso che cola, occhi arrossati ed asma bronchiale, con i sintomi tipici di difficoltà respiratoria, respiro sibilante, tosse.
Ecco perché non ho mai avuto un gatto in casa.

E poiché il romanzo giapponese bestseller di Hiro Arikawa presenta la storia di un gatto, avevo deciso di non acquistarlo nonostante molti suggerimento da parte di amici.
La sua splendida copertina negli ultimi mesi aveva attirato però la mia attenzione più e più volte nella mia libreria preferita ad Arezzo.
Poi mi è stato regalato e ho deciso di leggere questa storia di un gatto con un gran cuore che prova profonda lealtà e gratitudine e non abbandonerebbe mai il suo padrone umano, non alla prima esplosione di un vulcano in eruzione e nemmeno sentendo voci di sottomarini nemici in agguato nel Mare d’Irlanda.
Ho però iniziato la lettura con una domanda.
È un libro soltanto per gli amanti dei gatti o che hanno come compagni in casa dei gatti?

Dunque, il libro racconta la storia di un gatto saggio e spiritoso e del suo gentile padrone con il quale condivide uno spirito indomito che lo aiuta a sopravvivere e prosperare in qualsiasi situazione.
E quindi in fondo potrebbe essere considerato un libro esclusivo per gli amanti del gatti.
Ma non è così, non necessariamente.
Un romanzo che fondamentalmente ci racconta che la chiave per una vita ben vissuta è l’accettazione ovvero essere gentili, pacati e pieno di saggezza.

Nana è la protagonista.
Un gatto randagio a Tokyo con un forte istinto di sopravvivenza che viene accolto da un giovane di nome Satoru dopo essere stato investito da un’auto.
Satoru è un amante dei gatti fin dalla giovinezza; gentile e intuitivo, piange ancora il suo primo gatto Hachi, dal quale è stato traumaticamente separato da bambino.
Il nome Nana deriva da na, la parola giapponese per sette, la forma della coda di Nana.
Hachi era stato invece chiamato dopo il numero otto a causa dei segni sulla sua testa.
Nana è sprezzante e intelligente con un marcato istinto felino che gli fa capire da che parte è pastellato il suo pollo croccante, così decide di restare.
Nana all’inizio infatti non si fida di lui, graffia e si ritrae.
Non è abituato all’affetto degli uomini.
Anche Satoru da tanto tempo non permette a nessuno di avvicinarsi.
Eppure capisce subito come far cambiare idea a Nana: un po’ di cibo, una cuccia calda, qualche coccola furtiva.
E tra i due nasce un’amicizia speciale che riempie le loro vite.
Fino al giorno in cui Satoru, dopo aver perso il lavoro, deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana.
È allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru.

La struttura di The Travelling Cat Chronicles è ingannevolmente semplice.
Ma in breve tempo mi sono arreso alla potente narrazione emotiva di Hiro Arikawa, secondo cui l’amore di un essere umano per il suo gatto è appagante, fatto di sacrifici amorevoli e di ricompense.
Ciò che Nana osserva e sperimenta attraverso il loro viaggio è l’enorme capacità di Satoru di considerare in silenzio la vita, che è già abbastanza commovente di per sé.
Chiunque abbia mai amato spudoratamente un animale leggerà questo libro con gratitudine, per la sua comprensione di un’emozione che nobilita come esseri umani.
Tra filari di betulle bianche, peschi e canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la primadonna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie.
Ma nessuno di loro può prendersi cura di Nana.
Sarà invece quest’ultimo ad arricchire le loro vite ricordando quali sono le cose importanti, quelle che regalano gioia e serenità.
E quando il viaggio è quasi alla fine, il gatto e il suo padrone capiscono che non possono farea meno l’uno dell’altro.
E che, qualunque cosa accada, vogliono stare insieme.
Nonostante tutto.
Perché il loro legame durerà per sempre.

Una bellissima storia di un gatto che credeva di non aver bisogno di nessuno e di un ragazzo che aveva scelto di stare solo per paura di soffrire.
Un viaggio nella magia del Giappone per scoprire che la loro amicizia non potrà mai finire.
Per salire a bordo di questa incredibile storia devi credere che gli animali abbiano pensieri e sentimenti e che agiscano secondo valori come la lealtà.
Devi credere che gli animali possano comprendere il linguaggio umano.
È un segno del forte legame tra Nana e Satoru che si capiscono per la maggior parte del tempo, anche se Nana comprende le parole umane e Satoru può solo percepire cosa significano i gesti e i miagolii di Nana.
Se puoi fare tutto questo, sei pronto a goderti questa storia di viaggio.

Per quanto The Travelling Cat Chronicles sia un romanzo sul legame familiare tra le persone e i loro animali, è anche un romanzo sulle famiglie e sugli amici.
Leggere un libro narrato da un animale è in fondo un atto di conforto infantile e accogliente, come coccolarsi con una vecchia coperta.
Ma Hiro Arikawa ci mostra molto di piu’, ci racconta che ciò che ha valore nell’infanzia – specialmente gli amici e gli affetti – continuano a valere nel mondo degli adulti.
E’ straordinario rivisitare le lezioni e i ricordi della giovinezza.
Questi ricordi possono essere una fonte di forza quando l’età adulta lo richiede maggiormente.

Un romanzo che parla della gratitudine, una testimonianza della fortuna che tutti noi abbiamo nello scegliere come onorare coloro che contano di più per noi.
E lo fa con un fascino fiabesco, senza diventare troppo sentimentale.
Se potessi fare un viaggio per ricongiungerti con solo alcune persone del tuo passato, chi andresti a trovare?
A volte, la poesia più bella può riguardare cose semplici, come un gatto o un fiore, o la pioggia. Vedete, la poesia può venire da qualsiasi cosa con la sostanza della rivelazione in essa”.
The Travelling Cat Chronicles è un piccolo libro fantastico che mi ha fatto ridere molte volte, piangere un paio e alla fine mi ha donato profonda felicità.

© Riproduzione riservata

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