Kaspersky: rischi per la sicurezza o russofobia?

di Andrea Giustini

Eโ€™ notizia di ieri che il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha aperto unโ€™istruttoria nei confronti di Kaspersky. Lโ€™obbiettivo sarebbe quello di valutare il modo in cui la societร  del noto antivirus tratta i dati personali di utenti italiani, e capire se, dato lo scenario bellico in Ucraina, vi siano dei rischi.

Non รจ tuttavia la prima volta che, di recente, vediamo associare il nome Kaspersky allโ€™idea di pericolo. In pratica questa settimana รจ stata disseminata di โ€œallarmiโ€.

Il 13 marzo scorso, il Corriere se ne usciva con โ€œKaspersky va disistalato? Lโ€™allarme di Gabrielliโ€.( https://www.corriere.it/tecnologia/22_marzo_13/antivirus-kaspersky-va-disinstallato-l-allarme-gabrielli-704252cc-a2d4-11ec-9cf0-42c4e5b7cf94.shtml?refresh_ce )

Nel pezzo da un lato si rammentavano le parole del sottosegretario alla Sicurezza Nazionale:

<< Dobbiamo liberarci da una dipendenza dalla tecnologia russa. Per esempio quella dei sistemi antivirus prodotti dei russi e utilizzati dalle nostre pubbliche amministrazioni, per evitare che da strumento di protezione possano diventare strumento di attacco >>, e dallโ€™altro si riportavano quelle di Corrado Giustozzi.

Interpellato dal giornale, dichiarava che nellโ€™attuale contesto bellico Kasperky potrebbe ricevere preoccupanti pressioni dal Governo russo:

<< Non penso tanto a uno scenario di spionaggio attivo, quando piuttosto a un malware creato dagli stessi russi che lโ€™antivirus potrebbe volontariamente non rilevare e lasciar passare >>.

Il 15 marzo lโ€™Agenzia Nazionale per la Cyber Sicurezza (Acn) esprimeva la necessitร  di procedere urgentemente ad unโ€™analisi dei potenziali pericoli derivanti da antivirus russi. Il Sole 24 Ore, ad esempio, aveva titolato a riguardo: โ€œAlto Rischio con gli Antivirus Russiโ€.

Ma forse la notizia piรน significativa รจ venuta dallโ€™estero. Martedรฌ, lโ€™Ufficio Federale per la Sicurezza delle Informazioni tedesco (BSI) non solo ha messo in guardia contro lโ€™uso dei prodotti Kaspersky.

Ma ha anche esplicitamente consigliato ai propri utenti di sostituirli con alternative. Tutte queste azioni e dichiarazioni importanti, e certamente lโ€™allerta emotivo subito suscitato da molte testate giornalistiche, hanno creato unโ€™atmosfera di โ€œkasperskyfobiaโ€, ma non รจ chiaro se sia completamente giustificata.

Kaspersky รจ una societร  privata, non legata al Cremlino. Opera in 200 fra territori e paesi diversi. Ha 34 sedi sparse per il mondo, e un team composto da 4.000 persone. Serve qualcosa come 400 milioni di utenti e 240 mila clienti corporate, fra aziende private e pubbliche.

Dal 2017, quando in piena era Trump aleggiava lo spettro mediatico del cosรฌ detto “Russia Gate”, poi rivelatosi del tutto infondato, la societร  ha compiuto decise mosse per mostrare la propria trasparenza e affidabilitร  al mondo.

In modo analogo ad oggi, fu infatti ingiustificatamente accusata di rappresentare un potenziale pericolo per gli utenti, solo “perchรฉ russa”.

L’Agenzia Federale per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti arrivรฒ a metterne al bando prodotti e soluzioni informatiche.

Kaspersky ha cosรฌ creato all’ATP logbook, con lโ€™obiettivo di creare un registro delle principali cyber-campagne malevole prese in esame dal Global Research and Analysis Team (GReAT), un gruppo selezionato di esperti che opera in tutto il mondo. Ha poi spostato il proprio Datacenter a Zurigo, in zona “neutra” per cosรฌ dire.

Soprattutto, ha dato vita alla “Global Transparency Initiative”, con tre obiettivi: proteggere i clienti dalle minacce informatiche, a prescindere dalla loro origine o scopo;

verificare lโ€™attendibilitร  dei propri prodotti, dei processi interni e delle operazioni aziendali, e non da sola, ma coinvolgendo la comunity di sicurezza informatica.

Infine introdurre nuovi meccanismi nell’azienda, che permettano di dimostrare l’affidabilitร  e l’efficienza di Kaspersky nell’affrontare potenzialmente qualsiasi problema di sicurezza.

Per far capire il grado di relazione che col tempo ha intessuto con altre realtร  globali, anche e soprattutto occidentali, va detto che Kaspersky contribuisce ad attivitร  di ricerca di aziende come Adobe, AlienVault Labs, Novetta, CrowdStrike, OpenDNS, e che la stessa Microsoft l’ha inserita nell’elenco delle Top Vulnerability Contributors.

Nella lotta al cyber crimine, collabora con l’Interpol, Europol, The City of London Police, The National High Tech Crime Unit (NHTCU) del National Police Corps olandese, e la Microsoft Digital Crimes Unit, cosรฌ come i Computer Emergency Response Team (CERT).

Tanto per citare qualcosa di piรน vicino a noi italiani, collabora persino con il team Ferrari di Formula Uno.

Sono quindi comprensibili le parole del fondatore, Eugene Kaspersky, in risposta alla citata decisione del BSI tedesco nei confronti della societร .

In una lettera aperta pubblicata da Spiegel, afferma che sono state fatte illazioni contro Kaspersky non supportate da alcuna prova oggettiva o dato tecnico.

<< Kaspersky considera la decisione puramente politica, e forse una decisione non presa dalla stessa BSI. […]

E’ ironico che questa organizzazione, che sostiene l’obiettivitร , la trasparenza e la competenza tecnica […] abbia deciso di farlo letteralmente da un giorno all’altro o sia stata costretta ad abbandonare questi principi >>.

E ancora: Eugene Kaspersky ha dichiarato senza mezzi termini che la decisione della BSI รจ un attacco ingiustificato alla sua azienda e ai suoi dipendenti, che si trasformerร  in un boomerang:

indebolimento della sicurezza IT in Germania e cecitร  per gli esperti di sicurezza europei, che non saranno piรน in grado di ricevere dati sulle minacce da tutto il mondo, in particolare proprio dalla Russia.

Effettivamente, anche dando un’occhiata al contesto italiano, non si puรฒ non notare che nella raccomandazione della stessa Acn, sul sito ufficiale, รจ scritto che sarebbe sรฌ “opportuno considerare le implicazioni di sicurezza derivanti dallโ€™utilizzo di tecnologie informatiche fornite da aziende legate alla Federazione Russa”.

Ma anche che al momento “non vi sono evidenze oggettive dellโ€™abbassamento della qualitร  dei prodotti e dei servizi tecnologici forniti”.

Lo stesso Giustozzi, nell’intervista de il Corriere, ammette che lโ€™antivirus russo ha superato gli screening effettuati presso lโ€™Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dellโ€™Informazione che fa capo al Ministero dello Sviluppo economico.

Screening << fatti da professionisti, che utilizzano anche tecniche sofisticate come il “reverse engineering” >>.

E anche che negli ultimi anni << Kaspersky ha offerto la possibilitร  di esaminare i suoi codici sorgenti a persone accreditate >>. Non manca nemmeno di dire che il problema infondo รจ politico, e non strettamente tecnico.

Se quelli contro Kaspersky fossero davvero sospetti o decisioni solo di natura politica, dettati dal contesto di guerra attuale, e non basati sulla presenza di un pericolo reale, ci si chiede quali ricadute informatiche, economiche e occupazionali potrebbero avere.

Ma anche in termini di reputazione per l’azienda stessa o di pregiudizio per i prodotti e in generale le persone russe. Da una russofobia ingiustificata, carica piรน di emotivitร  che di fatti, non ha da perderci solo Kaspersky, ma tutti quanti.

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