Gli infermieri sono stanchi di essere trattati come manodopera a basso costo di un sistema che poggia interamente sulle loro spalle.
Con stipendi fermi da anni, inadeguati rispetto al carico di lavoro e alle responsabilità crescenti, la professione infermieristica sta diventando sempre meno attrattiva.
Il dato parla chiaro: nel 2025 le iscrizioni ai test di accesso al corso di laurea in Infermieristica sono calate di circa il 10% a livello nazionale. Un crollo che fotografa perfettamente la crisi di una professione che non offre né prospettive economiche né tutele adeguate.
Chi sceglierebbe oggi di affrontare un percorso universitario impegnativo, specializzazioni costose, aggressioni, turni massacranti, notti, festivi e responsabilità enormi… per uno stipendio che non copre nemmeno il costo della vita?
La verità è semplice: senza un immediato aumento economico, la sanità pubblica rischia il collasso.
I giovani non si iscrivono più, i concorsi restano deserti, gli ospedali si svuotano.Giovanni Grasso, Presidente OPI Arezzo interviene sul tema:
“Non basta dire che gli infermieri sono ‘eroi’. Servono fatti, servono soldi. Senza un adeguamento salariale dignitoso e il riconoscimento delle nostre competenze, la professione infermieristica non ha futuro. La politica non può più voltarsi dall’altra parte:
se non si interviene subito, a pagare il prezzo più alto saranno i cittadini e la tenuta stessa del Servizio Sanitario Nazionale.”