Comitato Sava: Le Fantainfrastrutture condanneranno Arezzo

Parlare oggi di raddoppio della Direttissima o di terza corsia dell’A1 tra Arezzo e Firenze significa, semplicemente, parlare del nulla. 

Sono opere che esistono solo nelle promesse e nei titoli dei giornali, ma che nella realtà non hanno alcuna possibilità di vedere la luce in tempi compatibili con le esigenze del nostro territorio.

Infrastrutture troppo complesse, troppo costose, troppo lente

Quando si citano grandi opere come l’A1 a tre corsie o il raddoppio della ferrovia, si dimentica spesso un dettaglio fondamentale: queste infrastrutture non si fanno dall’oggi al domani.
Devono superare:

  • procedure di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) lunghissime,
  • ricorsi e opposizioni dei cittadini,
  • problemi tecnici enormi, soprattutto in territori collinari o urbanizzati,
  • investimenti da miliardi di euro, non certo qualche decina di milioni,
  • tempi di realizzazione che superano facilmente i 20 o 30 anni.

La verità è semplice: se Arezzo dovesse aspettare la terza corsia dell’A1, arriveremo al 2060, quando ormai qualsiasi intervento sulla mobilità non servirebbe più a invertire il declino della città.

Arezzo non può permettersi di aspettare

Il territorio ha bisogno di un’infrastruttura che abbia queste caratteristiche:

  • impatto reale sulla mobilità,
  • costi contenuti (attorno ai 100 milioni, non miliardi),
  • tempi di realizzazione certi: 4 o 5 anni,
  • capacità di intercettare i flussi dell’alta velocità e collegare Arezzo al resto del Paese in modo rapido e moderno.

Questa infrastruttura esiste. Si chiama Medioetruria.

Medioetruria: una soluzione concreta, non un sogno

Nonostante qualcuno la liquidi come una “perdita di tempo”, e qualche commentatore da bar sostenga che “non si farà perché hanno speso i soldi per il ponte”, Medioetruria è l’unica opera:

  • realisticamente finanziabile,
  • tecnicamente fattibile,
  • strategicamente decisiva per non far scivolare Arezzo fuori dalle mappe dell’alta velocità e dello sviluppo economico.

Continuare a rincorrere fantainfrastrutture serve soltanto a garantire che Arezzo perda altro terreno rispetto a città più veloci, più collegate, più pronte al futuro.

La vera domanda è: vogliamo ancora essere competitivi nel 2030? O accontentarci del 2060?

Scegliere Medioetruria significa scegliere un’opera concreta, utile e realizzabile.
Continuare a inseguire la terza corsia o il raddoppio della Direttissima significa condannare Arezzo all’irrilevanza.

Il futuro non aspetta.
Arezzo non può più farlo.

© Riproduzione riservata

I più letti