«Ormai la Corte Costituzionale deve aprire una sezione dedicata alla Toscana, tanto è il lavoro che gli sta fornendo il Governo Meloni».
Con questa battuta amara il capogruppo uscente del Partito Democratico in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli, commenta la decisione del Consiglio dei Ministri del 17 ottobre di impugnare ben quattro leggi regionali toscane per presunte illegittimità costituzionali.
Le leggi oggetto di impugnativa riguardano ambiti diversi – ambiente, aree protette, edilizia, cave e servizio idrico – ma sono accomunate, secondo il PD, da un filo rosso evidente:
«il tentativo del Governo di limitare l’autonomia delle Regioni, colpendo in modo particolare quelle amministrate dal centrosinistra».
Tra le leggi impugnate c’è la n. 49/2025 sulla gestione multifunzionale del bosco e degli ecosistemi forestali, una norma che aveva un obiettivo molto chiaro:
semplificare la vita delle piccole imprese che operano nel settore forestale, quelle che da generazioni – come accade da secoli in Toscana – coltivano e curano il bosco, contribuendo a mantenerlo vivo e in equilibrio.
«È paradossale – osserva il capogruppo – che si arrivi a impugnare una legge che tutela il bosco proprio sostenendo di voler tutelare l’ambiente.
Quelle imprese fanno parte della storia e dell’economia sostenibile della nostra regione: non sono un problema, ma una risorsa da valorizzare».
Un altro caso emblematico è quello della legge n. 52/2025 sulle cave e sul servizio idrico integrato, che interviene per rafforzare le regole e la trasparenza in un settore complesso e spesso oggetto di controversie.
«La Regione – spiega il gruppo PD – ha cercato, quantomeno, di introdurre criteri più stringenti di responsabilità e di equità, costringendo chi sfrutta un patrimonio così ricco e generoso come quello delle cave di marmo e pietra toscane a restituire qualcosa alla collettività, favorendo la produzione sul territorio ».
«La Toscana – prosegue il capogruppo – sta subendo un accanimento senza precedenti. Negli ultimi due anni sono state numerose le leggi oggetto di impugnativa, spesso su questioni di dettaglio che nulla hanno a che vedere con la tutela dell’unità giuridica dello Stato.
È evidente che a Roma c’è chi preferisce usare la Corte come strumento politico piuttosto che rispettare il principio di leale collaborazione tra istituzioni. Siamo orgogliosi – conclude Ceccarelli – di un’istituzione che continua a legiferare con attenzione e nel rispetto dei principi costituzionali.
Dispiace che il Governo Meloni scelga la via dello scontro anziché quella del confronto».
Il Partito Democratico sottolinea come le impugnative abbiano un effetto concreto sulla vita dei cittadini e sull’efficacia delle politiche regionali:
«Ogni legge sospesa o rinviata comporta ritardi nei servizi, nelle opportunità di investimento e nei diritti delle persone.
È un danno reale per la Toscana e per chi la abita».
«Mentre il Governo continua a sbandierare l’autonomia differenziata come grande riforma del Paese – conclude il capogruppo – nei fatti dimostra di non fidarsi delle Regioni e di voler riportare tutto a Roma.
Noi invece crediamo in un’Italia delle autonomie responsabili, dove la collaborazione tra Stato e Regioni sia una forza, non un ostacolo”.