Sabato 20 luglio a Castelluccio (Capolona) verrร ricordato lโanniversario della distruzione della torre medievale decisa e realizzata per mano delle truppe tedesche il 20 luglio 1944 quando la torre fu minata e poi distrutta dai soldati in ritirata per ostruire la strada e rallentare cosรฌ facendo l’avanzata degli alleati; l’evento รจ stato organizzato dalla Pro loco Castelluccio in collaborazione con l’amministrazione comunale di Capolona; parteciperร anche ANPI Casentino.
La torre caratterizzava fortemente lโabitato di Castelluccio arroccato sul pendio della balza, si ergeva presso lโentrata del castello medievale, oggi detta La Portaccia, attraverso la quale si inerpica ancora oggi una via selciata detta Silice.
Abbattuta e mai piรน ricostruita. Oggi, ormai, forse, non manca a nessuno quel suo svettare da lontano, ancor prima di attraversare lโArno a Buon Riposo, perchรฉ molte generazioni sono nate e cresciute senza il suo profilo. Ma i vegliardi del paese sempre si ricordavano e, ormai pochi son rimasti, si ricordano di quando cโera, alta e svettante.
La cerimonia inizierร alle 17.30 nel centro storico del paese, presso le rovine, ormai poco leggibili, della torre con lโinaugurazione di unโepigrafe in ricordo dellโevento funesto; seguirร un simposio di approfondimento.
L’avvocato Simone De Fraja, saggista e storico di fortificazioni medioevali, esporrร la storia dellโinsediamento di Castelluccio caratterizzato dalla presenza di un castello che insieme ad altre fortificazioni ubicate sulle sommitร circostanti, Castellina, Castellaccio e La Badia, dimostrano lโimportanza strategica del sito in etร medievale cosรฌ come durante la seconda guerra mondiale.
Saida Grifoni, docente e studiosa di geografia storica e del territorio, presenterร avvenimenti, circostanze, fatti e storie, tra guerra e Resistenza, relative allโambito aretino dall’8 settembre 1943 fino alla liberazione di Arezzo.
Infine, il sig. Baldo Baldini, preziosa fonte orale, narrerร di quando, con gli occhi di un bambino partecipava a eventi quotidiani, talvolta anche pericolosi (come portare il pranzo a due soldati alleati, evasi dal campo di concentramento di Laterina, nel loro nascondiglio) in quel lontano โ44 e cosรฌ sperimentava la guerra.”