Blocco auto euro 5, cosa succederà da ottobre 2026?

Recentemente l’Unione Europea ha stabilito il blocco alla circolazione dei veicoli a gasolio euro 5, con procedura di infrazione in danno dell’Italia colpevole di non avere ridotto la quantità di anidride carbonica nella circolazione veicolare ed è stato recepito per adesso da quattro regioni della Val Padana con soglia di inquinamento più alta, cioè Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ma verosimilmente è destinato ad estendersi progressivamente al resto delle regioni italiane.

Il blocco sarebbe dovuto scattare dal 1° ottobre 2025 ma è stato prorogato al  1° ottobre 2026, a seguito delle proteste dei molti cittadini italiani colpiti dal provvedimento.

Quindi il rinvio è di un anno. Il problema però è solo rimandato, sia per il blocco generale, che per il blocco nel bacino padano.

E dopo il primo ottobre 2026 cosa succederà?

Chi fosse in possesso di un veicolo a gasolio euro 5 seppur perfettamente funzionante, con bollo e assicurazione RC auto regolarmente pagati, in regola con la revisione periodica e correttamente mantenuto, che fine farà? Dovrà essere rottamato e sacrificato sull’altare dell’auto elettrica o ibrida?

Chi non dispone delle risorse economiche necessarie per cambiare auto o furgone per le proprie esigenze personali, di lavoro e di mobilità, come potrà continuare a gestire la propria vita?

Una persona con disabilità per la quale l’automobile rappresenta il suo principale e talvolta unico mezzo di spostamento come potrà affrontare la situazione?

Il sistema Move-In (Monitoraggio Veicoli Inquinanti) offre una deroga alle limitazioni euro 5 a gasolio, consentendo di circolare anche con veicoli Euro 5, ma con un limite chilometrico annuale in cambio di un pagamento proporzionato alla tipologia di veicolo e alla quantità di chilometri che si intendono percorrere.

Insomma di fatto un’altra “tassa” sull’automobile a carico dell’automobilista per poter circolare.

Non è questa forse una contraddizione ?

La crisi del mercato automobilistico, il calo degli ordinativi, i licenziamenti di molti operai, le catene produttive ferme, non sono forse problemi concreti che già stanno emergendo in tutta la loro drammaticità?

Di tutto questo e di molto altro ancora, ne parleremo insieme martedì 29 luglio 2025 alle ore 21 al Prato di Arezzo nello spazio accanto al chiosco, con l’amichevole partecipazione dell’avvocato Enrico Meacci, esperto di automobili e conduttore di rubriche giornalistiche in materia.

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