Arriva il Ministero della Verità di orwelliana memoria

di Stefano Pezzola

Ricorda non sei solo nella ricerca della verità, anche la verità sta cercando te“.
Questa mattina il Daily Mail, il popolare quotidiano britannico, pubblica le affermazioni del governatore della Florida Ron DeSantis che commenta l’istituzione da parte del Presidente Biden di un Ministero della Verità.
Fonte:
https://www.dailymail.co.uk/news/article-10767941/Ron-DeSantis-calls-Bidens-Disinformation-board-Ministry-Truth.html

Non puoi avere un Ministero della Verità in questo paese – dichiara Ron DeSantis – non se la caverà con un consiglio di disinformazione in grado di mettere a tacere le critiche”.
Il governatore Ron DeSantis si è unito al coro di critici che si battono contro il nuovo “Disinformation Governance Board” dell’amministrazione Joe Biden.

DeSantis è intervenuto con decisione quando il senatore repubblicano Tom Cotton ha detto che avrebbe introdotto una legge per finanziare il nuovo consiglio di Disinformazione.
In un nuovo video ha mostrato il suo capo Nina Jankowicz che cantava di “disinformazione” sulle note della canzone di Mary Poppins “Supercalifragilisticexpialidocious”.

Jankowicz è una esperta di disinformazione online.
Ha studiato le tattiche di disinformazione ed è autore del libro “Come perdere la guerra dell’informazione: russia, notizie false e il futuro del conflitto“.
Ha anche consigliato il governo ucraino sulle comunicazioni strategiche, secondo il think-tank Wilson Center, dove ha lavorato come borsista globale.
Insomma, la regina delle fake news russofobiche a capo del nuovo Ministero della Verità.

Il Disinformation Governance Board istituto dal presidente Biden ha il compito di contrastare le Fake news, con particolare riguardo alla Russia, cioè alla guerra ucraina.
Una donna specializzata quindi in disinformazione, in particolare russa con il suo ruolo nelle guerre moderne e future.
Così recita la presentazione del suo libro più noto, pubblicizzato su Amazon: “Dall’inizio dell’era Trump, gli Stati Uniti e il mondo occidentale hanno finalmente iniziato a svegliarsi riguardo la minaccia posta dalla guerra online e sugli attacchi della Russia”.
La domanda a cui nessuno sembra essere in grado di rispondere è: cosa può fare l’Occidente al riguardo? – si chiede Nina Jankowicz – gli Stati dell’Europa centrale e orientale, tuttavia, sono consapevoli della minaccia da anni. Ho consigliato questi governi in prima linea nella guerra dell’informazione. Le lezioni che ha imparato da questa lotta e i suoi tentativi di convincere il Congresso degli Stati Uniti ad agire, costituiscono una lettura essenziale”.

La Jankowicz ha anche cavalcato l’ondata di disinformazione sulla storia del computer di Hunter Biden, circolata durante la recente campagna elettorale che ha contrapposto il padre Joe a Trump, rilanciando più volte le smentite delle autorità sul tema.
Peccato che poi la storia dell’esistenza di tale computer, che conterrebbe materiale compromettente per il figlio del presidente, si sia rivelata assolutamente vera.
Insomma, a capo del Ministero della Verità statunitense che dovrebbe vigilare sulla disinformazione è stata messa una donna che ha costruito negli anni disinformazione e ha lavorato con le autorità ucraine.

Ed i quotidiani nazionale nel nostro Paese?
Neppure una riga, la notizia non viene riportata da nessun giornalista nostrano filogovernativo.
Anzi no, un articolo è stato pubblicato con il titolo “Come andarsene da Twitter (prima che arrivi Elon Musk)” a firma Giuditta Mosca.
La premurosa giornalista ci tiene ad avvisare i lettore suggerendo di “fare una copia dei tweet, mettere al sicuro le proprie informazioni, chiudere l’account e voltare pagina“.
Il tutto presentato come una guida essenziale a quello che serve sapere.

A me invece farebbe piacere ricordarle che “dei quattro ministeri che governano lo stato immaginario di Oceania, figlio della fantasia di Orwell, uno è il Ministero della Verità. Si occupa di propaganda e informazione, camuffa i dati, dà la linea, una sorta di Minculpop di mussoliniana/staliniana memoria. Tipico degli stati totalitari“.

Il Ministero della Verità?
È pronto ad essere vero e questi ciambellani di corte continuano a sperare di trovare un impiego dignitoso presso l’Ufficio della Correzione Storica, dove potranno controllare che tutti seguano la “Storia Corretta” e saranno in grado di redarguire prima, di sanzionare poi, chi dovesse sfuggire a questa Correzione.

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