Allevatori australiani in visita al Parco Foreste Casentinesi

Venerdì scorso il Parco nazionale ha ospitato una piccola delegazione di allevatori australiani – accompagnati da Paul Gibb, un funzionario del governo di Camberra – accomunati dall’utilizzo del pastore maremmano abruzzese per la protezione degi animali da reddito.

Il motivo della visita è stato appunto quello di approfondire alcune buone pratiche per la difesa delle greggi dagli attacchi.

In Australia non è presente il lupo, ma un altro predatore – il dingo – e alcuni allevatori hanno deciso di utilizzare proprio il cane italiano.

La comitiva ha visitato due aziende – Casa Righi di Gianluca Sestini e il Casone di Cosimo Boschi – che utilizzano questo presidio di protezione del bestiame.

Il Parco ha avuto modo di descrivere i progetti “Il cane da guardiania” – che si svolge in collaborazione con l’associazione Difesattiva, garantendo il supporto tecnico e le cure veterinarie, e con la fondazione Capellino/Almo Nature, che permette il sostentamento dei cani degli allevatori con mangime di alta qualità – e Pasturs, che si svolge da giugno a settembre e propone il coinvolgimento di volontari per promuovere attivamente l’utilizzo di misure di prevenzione danni dai grandi predatori e supportare il lavoro di aziende zootecniche virtuose.

 
La preservazione dell’allevamento estensivo, rivalutandone la qualità del prodotto e valorizzando il mestiere di pastore, é una tematica che cerchiamo di affrontare con varie iniziative, fra le quali quelle finalizzate al contenimento dei danni da predazione. La visita della delegazione australiana, oltre ad aver rappresentato un interessante momento di scambio, ci rafforza nel continuare a portare avanti i progetti in collaborazione con le aziende agricole“. Claudia Mazzoli, presidente del Parco.

La giornata si è chiusa con la visita al museo dell’Arte della lana di Stia, poiché l’allevamento ovino australiano è orientato alla produzione della lana e rifornisce anche il mercato italiano.

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