Preoccupazione per Amom di Badia al Pino: a vuoto incontro in Regione

Amom, azienda di bigiotteria di Badia al Pino, 70 dipendenti. Una storia gloriosa che l’ha vista lavorare per grande marchi della moda.

Un presente incerto e pericoloso fatta di contrazione di ordini, calo di fatturato, contratti di solidarietà per i dipendenti, salari che si assottigliano.

“Siamo veramente preoccupati per il presente di questa azienda ma soprattutto per il suo futuro – commenta Gianni Rialti, dirigente della Fiom Cgil.

L’Amom, soprattutto dal 2023, sta pagando la crisi del settore ma adesso non intravediamo nemmeno strategie per uscire dalle sabbie mobili.

Una conferma l’abbiamo avuta nel recente incontro in Regione Toscana al tavolo di salvaguardia.

Sia noi che la Regione abbiamo chiesto il minimo e cioè la presentazione di un piano industriale che potesse poi attivare nuovi strumenti e ulteriori ammortizzatori sociali da parte dell’istituzione.

La Amom ha risposto no a tutte le proposte. Ha specificato che la casa madre è disponibile a mettere ulteriore liquidità solo in caso di aumento delle commesse.

E’ una tesi un po’ strana perché se la Amon avesse maggiori commesse, non ci staremmo occupando di essa.

Questo atteggiamento ci costringere ad assumere, d’intesa con i lavoratori, tutte le azioni sindacali necessarie”.

Il riferimento alla casa madre impone una cronistoria. Nel 2021 la Amom, creata dalla famiglia Veneri, impegnata prima negli accessori e poi nella bigiotteria, fu ceduta alla Riri, un grande gruppo svizzero che si occupa di accessori metallici per la moda.

Un gruppo che fa parte, a sua volta, di Oerlikon S.p.A., una holding anch’essa con sede in Svizzera. Una serie di scatole dentro le quali la Amom sembra sopravvivere a fatica.

“Nel 2024 ci furono i primi periodi di cassa integrazione – ricorda Rialti. Poi, nel maggio 2025, ecco il ricorso ai contratti di solidarietà che sono serviti a mantenere un’occupazione comunque in calo e che si è attestata a 70 unità.

Lavoratori che hanno perduto e continuano a perdere quote di salario tanto che la tredicesima mensilità sarà estremamente esigua. La situazione che  rischia di diventare insostenibile e noi ci prepariamo a iniziative di lotta”.

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