โUno spaccato di vita quotidiana in epoca smartphone che per qualcuno si รจ tradotto in una gabbia digitale.
Le nuove e restrittive modalitร di rinnovo degli abbonamenti per il Baldaccio trasformano un diritto, quello di fruire di un parcheggio pubblico previo corrispettivo, in unโodissea che lede la libertร di scelta dei cittadini-lavoratori e crea disagi logistici e persino un danno alla dignitร personale.
Tale rinnovo non sarebbe infatti piรน possibile senza lโutilizzo di unโapplicazione mobile e il suo collegamento con una carta di credito.
ร il caso emblematico di chi ha dovuto affrontare una situazione kafkiana di rimpallo di competenze tra Atam, che gestisce il parcheggio ed รจ titolare dellโapp ma non piรน misteriosamente deputata al rinnovo dellโabbonamento, e Ufficio turistico in piazza stazione, con orari non conciliabili con le esigenze dei lavoratori.
Solo dopo insistenza sul diritto a non usare lโapp, a questa persona รจ stata proposta una soluzione arrangiata e โtemporaneaโ basata sulla lettura della targa.
Ma se lโutente esce dal parcheggio oltre un certo orario, la lettura della targa non funziona, cosรฌ come lo stesso non puรฒ pagare la differenza alle casse automatiche, finendo in una โblack listโ che impedisce il rientro nel parcheggio fin quando non paga allโufficio turistico, chiuso a sua volta dopo una certa ora.
Lโalternativa risulta sgradevole e umiliante: chiamare lโimpiegato Atam dalla colonnina della cassa automatica e supplicare la cancellazione dalla โblack listโ.
Locuzione che richiama fatti delittuosi o efferati e sottopone agli sguardi di chi รจ in fila dietro.
In sostanza, un cittadino non รจ libero di non possedere uno smartphone se vuole sottoscrivere un abbonamento per parcheggiare ad Arezzo, un principio inaccettabile che va contro il diritto alla libertร di scelta e lโinclusioneโ.

