I Carabinieri celebrano la “Virgo Fidelis”

Questa mattina, alle ore 10.00, nella Chiesa Cattedrale dei Santi Pietro e Donato di Arezzo, alla presenza delle Autorità Civili e Militari, officiata da Sua Eccellenza, Mons. Andrea Migliavacca, i Carabinieri del Comando Provinciale hanno celebrato la Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma dei Carabinieri.

Nell’Arma dei Carabinieri il culto alla Virgo Fidelis è iniziato subito dopo l’ultimo conflitto mondiale per iniziativa di S.Ecc. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia, e di Padre Appoloni SJ, Cappellano Militare Capo.

Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine, Patrona dei Carabinieri.

Lo scultore, architetto Giuliano Leonardi, rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada, legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse “Sii fedele sino alla morte” (Ap 2,10).

Durante l’omelia, il Vescovo di Arezzo ha ricordato come scegliere di fare il Carabiniere non voglia dire soltanto scegliere una professione, ma avere una vera e propria vocazione ed entrare in una vera e propria famiglia distribuita capillarmente sul territorio italiano. Servire lo Stato, infatti, vuol dire sacrificarsi, svolgere un servizio per gli altri e perseguire una missione.

Al termine della cerimonia, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Arezzo, Colonnello Pasquale D’Antonio, ha ringraziato tutti i partecipanti alla funzione religiosa e, richiamando quanto detto dal Vescovo Andrea Migliavacca, ha voluto sottolineare come donarsi alle comunità ove si presta il proprio servizio è dovere di ogni Carabiniere, ma anche come questo dovere sia meno gravoso in quelle città e in quei territori, come lo sono la città di Arezzo e l’intera provincia, dove si viene accolti come in una famiglia.

Si è inoltre soffermato sul giuramento di fedeltà, per il quale ieri come oggi i Carabinieri spesso antepongono al proprio il bene comune.

E proprio per questa virtù di fedeltà – “rimasta intatta e salda per il bene e la sicurezza della Patria” – che l’8 dicembre 1949 Pio XII proclamò la Madonna “Virgo Fidelis” come Celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri.

Lo fece con apposito documento, detto “breve apostolico“, fissando al 21 novembre la sua celebrazione.

Da allora, “Nei secoli fedele” non è solo un motto: è la scelta quotidiana delle donne e degli uomini dell’Arma, presidio di sicurezza, legalità e vicinanza ai cittadini.

Sua Eccellenza il Vescovo ha colto l’occasione per invocare proprio l’intercessione della Virgo Fidelis affinché protegga tutti i Carabinieri, che ogni giorno, con spirito di sacrificio donano il loro servizio in favore delle comunità della provincia di Arezzo.

Nel Duomo è stata celebrata anche la “Giornata dell’Orfano” e proprio agli orfani, primi destinatari del dolore per le gravi perdite di affetto, è stato rivolto un affettuoso e riverente pensiero.

I Carabinieri, inoltre, hanno ricordato, anche l’84° anniversario dell’eroica Battaglia di Culqualber, da parte del 1° Battaglione Carabinieri e Zaptié mobilitato, che il 21 novembre 1941 si sacrificò in una delle ultime cruente battaglie in terra d’Africa, onorando la memoria di quei Carabinieri che, credendo nella Patria e sublimando il significato delle parole fedeltà e onore, caddero valorosamente nella cruenta battaglia di Culqualber, che ebbe fine proprio il 21 novembre del lontano anno 1941, durante la 2^ Guerra Mondiale.

Per l’epica resistenza del I Battaglione Carabinieri mobilitato a difesa del caposaldo di Culqualber, venne concessa la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera dell’Arma, con la seguente motivazione:

“Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza.

Apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi.

Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”.

(Culqualber – Africa orientale agosto-novembre 1941).

Alla Celebrazione Eucaristica, oltre a tutti i Comandanti delle Compagnie e delle Stazioni della provincia di Arezzo, hanno partecipato anche il figlio di una vittima del Dovere, gli appartenenti all’Associazione Nazionale Carabinieri, i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, le Associazioni Professionali a Carattere Sindacale Militare, nonché una rappresentanza dei 31 carabinieri, che, tra ottobre e novembre, sono stati destinati dal Comando Legione Carabinieri “Toscana” per rinforzare le Stazioni della provincia di Arezzo.

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