Cinema Eden: il documentario “Apnea” con la regista Claudia Cataldi

Una serata per riflettere sull’attualità del fenomeno migratorio e scoprire le storie di chi ha perso tutto per raggiungere il nostro Paese, in fuga da guerra e persecuzioni.
 
L’iniziativa è promossa da Oxfam Italia, Arci e Associazione Tahomà gestori dei centri SAI dei Comuni di Bibbiena, Castiglion Fibocchi e dell’Unione dei Comuni del Casentino in collaborazione con tante realtà del territorio  
 
Sarà una serata per riflettere su quanto continua ad accadere ogni giorno nel Mediterraneo e scoprire le storie di chi è stato costretto a rischiare la vita in mare, per raggiungere l’Italia e l’Europa, in fuga da guerre, persecuzioni e fame.
 
Per comprendere l’importanza, oggi più che mai, di difendere e tutelare i diritti umani fondamentali di donne, bambini e uomini, a cui spesso vengono negati.
 
L’appuntamento, ad ingresso libero, è per giovedì 6 novembre alle ore 21 al Cinema Eden di Arezzo (in via Guadagnoli,2), con la proiezione di “Apnea”:
 
pellicola pluri-premiata firmata dai registi Stefano Poggioni, Elena Poggioni e Claudia Cataldi, che sarà presente alla serata.
 
Un racconto struggente e assieme pieno di speranza, attraverso i percorsi di vita e le esperienze di un viaggio difficilissimo, che 14 ragazze e ragazzi (alcuni accolti nei SAI toscani) hanno deciso di raccontare per offrire una testimonianza autentica, personale e collettiva di tutti i rischi che devono affrontare coloro che decidono di intraprendere una vera e propria odissea verso il nostro Paese.
 
L’iniziativa è promossa da Oxfam Italia, Arci e Associazione Tahomà – gestori dei centri SAI dei Comuni di Bibbiena, Castiglion Fibocchi e dell’Unione dei Comuni del Casentino – in collaborazione con:
 
The Factory prd, Circolo Eureko, Casentino Antifascista, Liberamente, CGIL Arezzo, Associazione Donne insieme, Associazione Pepe Mujica, Officine della Cultura, Circolo Aurora, L’isola che non c’è, Psycho Hill fest, Arezzo per Gaza.
 
“Dall’inizio dell’anno oltre 1.200 persone sono morte lungo la rotta del Mediterraneo centrale, dove dal 2014 hanno perso la vita quasi 33 mila migranti – sottolineano le organizzazioni promotrici.
 
Nonostante questo l’Italia continua a screditare le organizzazioni che si occupano di accoglienza e salvataggi in mare e ad applicare una politica di respingimenti che solo dall’inizio dell’anno ha riportato oltre 20 mila persone verso i lager libici, dove sono esposti ad abusi e torture indicibili, in virtù dell’accordo tra l’Italia e il Paese nord-africano siglato nel 2017, che proprio in questi giorni nel silenzio generale è stato rinnovato per altri tre anni.
 
Per questo abbiamo ritenuto importante offrire al pubblico aretino l’occasione di riflettere sull’attualità del fenomeno migratorio senza filtri, da una prospettiva che troppo spesso avvertiamo come lontana da noi”.

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