Il cancelliere tedesco Merz: “Israele sta facendo il lavoro sporco”

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ex tecnocrate di Blackrock e consulente d’affari di grandi banche, ha spiattellato il fatto nudo e crudo:

Israele sta facendo il lavoro sporco. Il lavoro sporco di Merz è l’utile dell’imperialismo occidentale – Stati uniti, NATO e Unione Europea – in un’area che si estende dalla Turchia all’Iran, da Amman alla Palestina, dal Libano al Sinai.

In quell’area, l’imperialismo occidentale sbatteva contro un ostacolo: la Resistenza, lunga un secolo, del popolo palestinese al terrore coloniale di Israele, il fantoccio super-armato dell’Occidente imperialista.

Il genocidio poteva essere la soluzione. Si capisce bene, allora, che cosa vuol dire “lavoro sporco”.

Oltre al genocidio, lo stato sionista, ha devastato il Libano, bombardato l’Iran, la Siria, lo Yemen.

Ha messo sottosopra la regione, per rimetterla in mano ai suoi mandanti di Washington, di Londra, di Parigi e di Berlino.

Qualche giorno fa il cancelliere Merz, vestito da generale, ha partecipato alla minacciosa parata militare al confine polacco, insieme ai capi della NATO e ai pezzi grossi dell’Unione Europea.

Le televisioni e quasi tutti i giornali hanno ricominciato a battere i tamburi guerrafondai del riarmo europeo, di una super NATO dotata di un arsenale tecnologico e lanciata verso travolgenti avanzate ad est, dell’addestramento dei popoli alla guerra, di una Russia dipinta con toni e colori che superano, per razzismo, perfino quelli della guerra fredda.

E tutto questo mentre si infittiscono le provocazioni della NATO alla Russia e mentre l’Unione Europea vara le gigantesche spese militari che azzereranno quel che resta delle spese sociali.

La guerra della NATO in Ucraina e la strategia dell’imperialismo occidentale in Palestina e nei paesi confinanti con la Palestina, sono due guerre per procura che si servono, in un caso, degli eredi nazisti di Bandera e, nell’altro, del Sionismo.

Per questo il genocidio dei Palestinesi è il lavoro sporco di Friedrich Merz.

Il cancelliere Merz è un consulente d’affari, un avvocato milionario. Nel capitalismo odierno, infatti, i manager divengono statisti, perché lo Stato capitalistico è diventato uno Stato-impresa.

Oggi, questo Stato affronta una crisi dell’accumulazione capitalistica, e tende ad uscirne, come avviene nel periodo imperialista del capitalismo, con un militarismo ad oltranza.

Le spese militari dello Stato, infatti, rimettono in moto l’accumulazione capitalistica in quanto procurano clienti sicuri al complesso militare-industriale e ai potentati della finanza.

Questi clienti sono gli Stati stessi, che, in quanto Stati imperialistici, intraprendono guerre esterne – e compiono genocidi! – per le fonti energetiche e per i mercati e intraprendono guerre interne per stringere i propri cittadini nella morsa della precarietà, del carovita e dell’arbitrio padronale.

La Palestina è il mondo, perché in essa si rispecchia tutto questo. Perciò possiamo lottare soltanto unendoci in un unico fronte internazionale e internazionalista con la Resistenza palestinese.

Dobbiamo smascherare ed accusare pubblicamente il nemico imperialista che guida ed arma la mano assassina di Israele.

Oggi, nei nostri cortei questa denuncia sembra affievolita. Cerchiamo di rilanciarla con forza, a partire dallo sciopero del 22 Settembre, affinché questo sciopero possa costituire l’avvio di azioni di lotta sempre più radicali e generali, capaci di fermare la macchina bellica che Stati Uniti, NATO e Unione Europea stanno costruendo, e che nel genocidio del popolo palestinese ha voluto colpire tutto il movimento mondiale delle lotte de-coloniali.

 Collettivo MillePiani

Redazione
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