Sold out al Teatro Vasariano per la prima edizione di “Crime Caffè” a cura di Barbara Fabbroni, organizzata con Fernando Maraghini ed Erica Pacileo in collaborazione con Impresa Donna di Confesercenti Arezzo, Pronto Donna, con il patrocinio della Camera di Commercio di Arezzo e Siena, della Fondazione Arezzo Intour, Soroptimist Arezzo, Albo Nazionale dei Criminologi Italiani, Almasen Artisti Associati. Consensi e apprezzamenti per l’iniziativa culturale ideata e creata da Barbara Fabbroni per riflettere sul tema del femminicidio.
È stata una maratona di interessanti incontri, proiezioni e riflessioni moderata dal giornalista Fabio Camillacci. Per tutto il giorno si sono susseguiti talk con esperti psicologi, criminologi, magistrati, giornalisti e professionisti della comunicazione affiancati da proiezioni audiovisive e talk dal vivo.
“La prima edizione di Crime Caffè” ha dichiarato Barbara Fabbroni ideatrice e curatrice di Crime Caffè “è stata un’esperienza coinvolgente utile a stimolare un dialogo profondo sui temi della giustizia, della violenza e della verità.
Un’occasione per guardare insieme il passato, interrogare il presente e orientare il futuro. Siamo soddisfatti per la partecipazione della cittadinanza.
In tanti hanno condiviso con noi questa esperienza di riflessione, consapevolezza e comunità”.
Apprezzamenti per l’installazione artistica dedicata a tutte le donne vittime di femminicidio realizzata da Erica Pacileo, intorno alla proiezione di alcuni frammenti della serie “Per Elisa, il caso Claps” prodotta da Rai Fiction per Netflix Italia.
Sul palco di Crime Caffè sono salite 69 scatole – a rappresentare fascicoli e inchieste – con i nomi delle donne uccise dall’inizio dell’anno. Un’installazione artistica che visivamente ha trasmesso l’entità di un fenomeno per il quale c’è bisogno di dire stop al femminicidio.
“Crime Caffè” puntualizza Erica Pacileo “ha riscosso successo di partecipazione. Con l’installazione artistica attorno alla proiezione della serie ‘Per Elisa, il caso Claps’, ho voluto rendere omaggio alle vittime di femminicidio.
In ricordo di tutte le donne che hanno perso la vita, ho raccolto simbolicamente scatoloni dove ho tratteggiato il nome delle 69 donne uccise dall’inizio del 2025.
Rappresentano fascicoli e inchieste ma soprattutto vite spezzate, sogni mai realizzati, lacrime e dolore dei familiari che piangono le proprie care”.
“Un’occasione di riflessione” hanno dichiarato Anna Laura Galati presidente di Impresa Donna e Valeria Alvisi direttrice di Confesercenti Arezzo “che ha permesso al gruppo di Imprenditrici appartenenti a Confesercenti di stimolare un’analisi per continuare a combattere il femminicidio e far riflettere le coscienze per assumere una responsabilità collettiva contro la violenza delle donne e dare anche la forza di trovare il coraggio di denunciare in caso di violenza prima che sia troppo tardi.
Per Impresa Donna è stato un onore poter contribuire alla prima edizione di Crime Caffè e siamo convinti che siano state gettate le basi per replicare l’appuntamento”.
E così la narrazione e il racconto del crimine anche attraverso le testimonianze di autorevoli criminologi ed esperti sono stati un momento di confronto culturale, partecipazione e responsabilità collettiva.
Al centro della prima edizione di Crime Caffè: il Caso Elisa Claps e il Caso Garlasco.
Sul palco, durante l’incontro “Il caso Claps: memoria, ricordo e trasformazione è salito Gildo Claps, fondatore e presidente Penelope Italia, fratello di Elisa Claps, portavoce di un dolore che chiede ascolto e giustizia.
Interessanti gli interventi dell’avvocato Nicodemo Gentile del direttivo dell’associazione Penelope Italia e di Mauro Valentini, giornalista e scrittore.
Per l’incontro “Le parole del corpo, le parole della verità” è stato di Gianluca Spina, esperto in comunicazione verbale e non verbale, ex funzionario di Polizia di Stato a condurre l’analisi sul caso di cronaca più recente di Garlasco.