Promuovere inclusione, rafforzare la coesione sociale e contrastare la povertà in tutte le sue forme:
sono questi gli obiettivi del progetto “Ristoranti di Comunità”, promosso dalla Conferenza zonale dei sindaci del Valdarno aretino e inserito nel più ampio programma del Pnrr 1.3.2 “Centro servizi e stazioni di posta”.
Il progetto, che rientra tra le azioni coordinate dal Comune di San Giovanni Valdarno in qualità di subattuatore per l’ambito territoriale, si sviluppa all’interno di un disegno più ampio che prevede la costruzione di un polo multifunzionale destinato anche a ospitare il nuovo Centro per l’Impiego territoriale di Arti, finanziato con ulteriori fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza.
In attesa della conclusione dei lavori del polo, i servizi rivolti al contrasto della marginalità sono già attivi sul territorio.
Tra questi, è stato potenziato il supporto sociosanitario con l’inserimento di due psicologi e due educatori dedicati agli ambiti del Serd e della salute mentale.
Contemporaneamente, si stanno portando avanti azioni concrete che affrontano la povertà in una dimensione più ampia, non solo come mancanza di beni materiali, ma anche come assenza di legami, relazioni e appartenenza alla comunità.
“I Ristoranti di Comunità” nascono con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e la coesione territoriale, attraverso la creazione di spazi di ristorazione comunitaria nei comuni di San Giovanni Valdarno, Castelfranco Piandiscò e Bucine.
Non si tratta di mense tradizionali, ma di luoghi curati, accoglienti e caldi, dove le persone possono non solo nutrirsi, ma anche ritrovare un senso di normalità e di relazione.
I pasti, preparati con materie prime provenienti da filiere corte e da pratiche agroecologiche locali, vengono serviti ogni settimana in giorni e sedi stabilite nei tre comuni:
il lunedì a Bucine alla Polisportiva Bucinese il giovedì a San Giovanni Valdarno, alla Parrocchia Bani e il venerdì a Castelfranco Piandiscò, nella frazione di Faella, presso i locali della parrocchia lato giardino.
Si stima che saranno oltre 3000 i pasti forniti ogni anno, con una media di circa 60 beneficiari a settimana.
“Si tratta di un progetto di inclusione e di contrasto all’emarginazione sociale molto importante – dichiara la presidente della Conferenza zonale dei sindaci del Valdarno aretino Valentina Vadi – che interessa l’area del Valdarno.
È legato al Pnrr, Centro servizi e Stazioni di Posta che prevede la realizzazione di una struttura a San Giovanni Valdarno, presso l’ex pastificio di via Gadda, che ospiterà la conferenza dei sindaci.
La struttura è ancora in fase di realizzazione, ma i servizi di contrasto alla marginalità sociale sono già attivi sul territorio. Uno di questi è il progetto del ristorante di comunità, che sarà operativo nei comuni di San Giovanni Valdarno, Castelfranco Piandiscò e Bucine.
Si rivolgerà a tutte le persone in condizioni di difficoltà o marginalità sociale, offrendo loro ambienti curati e accoglienti. Non solo luoghi dove mangiare, ma anche spazi in cui ritrovare un senso di comunità e di relazione sociale.
Ringrazio tutti gli otto comuni del Valdarno aretino che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto, in particolare gli enti del Terzo Settore, come la Polisportiva Bucine, la parrocchia del Bani e i locali della parrocchia della frazione di Faella, nel comune di Castelfranco Piandiscò, che hanno messo a disposizione gli spazi per questi ristoranti di comunità.
Un grazie anche a tutti i volontari che si occuperanno della somministrazione dei pasti, così come a chi li fornirà concretamente.
Il Centro servizi e Stazione di Posta che sorgerà in via Gadda offrirà una gamma molto articolata di servizi.
Nello stesso edificio sarà infatti presente anche Arti, il centro per l’impiego, con l’obiettivo di accompagnare le persone svantaggiate in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo”.
A rendere possibile tutto questo è una rete integrata e sinergica composta da enti pubblici, soggetti privati e realtà del terzo settore, che collaborano fianco a fianco con il prezioso contributo di tanti volontari, tra cui pensionati, giovani e famiglie.
Sono loro a occuparsi dell’accoglienza, del servizio ai tavoli e della logistica, contribuendo a creare un vero modello di welfare comunitario, in cui ciascuno può offrire il proprio tempo e le proprie capacità.
Qoelet è l’impresa sociale a cui è stato affidato il servizio, nata a Villa Pettini per promuovere l’inclusione socioeconomica di individui in situazioni di marginalità sociale. Saranno loro a preparare, consegnare i pasti e organizzare il servizio.
Le altre associazioni, Bucine Asd di Bucine, Misericordia Faella, Auser e Parrocchia Faella di Castelfranco Piandiscò e Avo, Liberarte e Parrocchia San Pietro e Paolo di San Giovanni Valdarno si preoccuperanno invece di accompagnare gli ospiti, aiutarli e gestire l’allestimento e le pulizie dei luoghi.
Il progetto si inserisce in una strategia più articolata di intervento sociale e occupazionale condivisa dagli otto comuni del Valdarno aretino, in collaborazione con l’Azienda Usl Toscana Sud Est e il Centro per l’impiego.
L’obiettivo è quello di accompagnare le persone svantaggiate in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo, promuovendo politiche attive del lavoro e rafforzando il tessuto sociale locale.