“Sono anni che mi occupo della vicenda del nuovo centro per l’impiego e ogni volta emergono novità e soprattutto proroghe: dall’iniziale consegna all’agenzia regionale prevista per la fine del 2023 siamo invece arrivati alla fine di maggio 2026. Il progetto si è portato dietro, nel frattempo, la demolizione della ex palazzina comando della caserma Cadorna e la perdita di alcuni murales.
Sin dall’inizio del 2023 era chiaro a tutti che il Comune non sarebbe stato in grado di rispettare la convenzione iniziale e destò non poca sorpresa l’aiuto da parte di Regione Toscana, molto condiscendente sui tempi: la nuova struttura, evidentemente per tutti, da urgentissima era diventata ‘urgentina’. Prima della proroga al 31 maggio 2026, l’ultima scadenza era stata fissata al 30 giugno 2025, cioè tra quattro giorni. Diciamo che qualcuno tra gli uffici dell’assessorato dovrebbe studiare meglio come si fanno i cronoprogrammi.
Tralasciando il fatto che a tutte le mie interrogazioni non ho ricevuto risposta e mi sono trovato costretto a recuperare informazioni tramite contatti diretti con l’agenzia regionale, veniamo alla questione delle risorse: la risposta che mi ha fornito l’assessore Casi nella seduta odierna di Consiglio Comunale è insoddisfacente e contraddittoria: il costo iniziale di 3,8 milioni di euro, come da perizia tecnica comunale del 2020, è stato aggiornato a metà 2023 fino a 5,3 milioni di euro. Lo scorso 13 giugno l’agenzia regionale mi ha scritto ‘che il costo dell’intervento è aumentato di circa 700.000 euro e che è stato a essa chiesto di contribuire mediante l’assunzione a proprio carico del canone di locazione della sede attuale sino al 31 dicembre 2025. Insomma il costo totale dell’opera a oggi pare essere di 6 milioni ma l’assessore mi ha detto che mai si è mosso da 5,3 milioni. La matematica è evidentemente un’opinione. E inoltre: chi pagherà il canone di locazione dal primo gennaio al 31 maggio 2026? Sempre che stavolta il Comune di Arezzo consegni l’opera sul serio”.