Sunia e Cgil: ” 5 anni e poi addio alle case popolari?”

Sunia e Cgil lanciano lโ€™allarme finanziamenti. Serve anche una legge regionale che riveda lโ€™organizzazione e impegni i Comuni

5 anni. Questa lโ€™โ€aspettativa di vitaโ€ delle case popolari senza un piano nazionale con specifici finanziamenti. Lโ€™allarme viene dal Sunia e dalla Cgil di Arezzo che citano dati riferiti al 2022 del report della Regione Toscana oltre che degli studi di IRPET e Nomisma.

โ€œNella provincia aretina ci sono 3.121 alloggi ERP di cui ben il 44,6% costruiti prima del 1970 e il 44,3% tra il 1970 e il 2000 e le costruzioni piรน recenti non sono in migliori condizioni delle piรน vecchieโ€. Quindi un patrimonio che ha bisogno di continue manutenzioni mentre le entrate da affitti sono in continua diminuzione.

Lโ€™offerta di alloggi ma diminuisce la domanda cresce: โ€œI nuclei familiari della provincia con redditi sotto i 16.500 euro annui sono 26.312, quindi grosse difficoltร  in una realtร  che vede gli affitti in continuo aumento. Le domande per un alloggio ERP accoglibili nel 2022 sono state 861 mentre gli alloggi assegnati sono stati solamente 123, cioรจ il 14,3% degli aventi dirittoโ€.

Alla mancanza di fondi, si somma una legge regionale del 2019 inadeguata. โ€œDopo 5 anni di vita โ€“ affermano Sunia e Cgil – avrebbe bisogno di una rivisitazione che definisca aspetti lasciati in sospeso con la precedente, porti omogeneitร  in tutto il territorio regionale con norme chiare e agevoli la catena di interventi degli enti prepostiโ€.

La Regione, che non ha la proprietร  degli immobili, indica le prioritร  e le regole di gestione.

I Comuni, che sono i proprietari degli immobili, gestiscono i bandi e lโ€™assegnazione degli alloggi, poi passano la mano allโ€™organismo che li rappresenta tutti, il LODE. Resta loro il diritto/dovere di controllo nonchรฉ di verifica del grado di soddisfazione dell’utenza. Ma lo esercitano?

Il LODE delega lโ€™intera gestione, amministrativa e tecnica, ad una societร  per azioni (Arezzo Casa S.p.A) costituita dai comuni stessi, tramite una convenzione (il contratto di servizio) dietro il pagamento di un canone concessorio (peraltro escluso dalla legge regionale).

Anche qualora arrivassero fondi per la manutenzione, un patrimonio degradato di 3.121 alloggi sparsi tra tutti i comuni della provincia da seguire in ogni fase, non ha possibilitร  di avere risposte adeguate senza un impegno diretto dei comuni; almeno nella fase di gestione dei lavori. Non รจ un caso se gli assegnatari, oltre alla mancanza di interventi, lamentano che, anche i lavori attivati, non vengono seguiti con puntualitร .

Da queste considerazioni una lettera aperta ai comuni. โ€œCome sindacato siamo impegnati in due direzioni: cercare di ottenere finanziamenti adeguati e avere una struttura piรน efficiente e omogenea su tutto il territorio regionale. Se รจ una volontร  condivisa, forse una azione comune che esca dagli schemi classici e dai ruoli precostituiti, potrebbe essere utile. Noi ci siamoโ€, concludono Sunia e Cgil.

Ufficio Stampa
Sunia e Cgil

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